Somma Vesuviana. Un’immagine usata dal governo fascista in tempo di guerra è stata scelta per ricordare il 65esimo anniversario della Liberazione d’Italia dai regimi nazi fascisti. Una scelta di dubbio gusto da parte dell’amministrazione comunale che non ha mancato di scatenare polemiche. I primi, e non unici, a sollevare il caso sono stati gli esponenti di “Tinti di Rosso”, un’associazione nata per l’unità della Sinistra. “A chi mai sarà venuto in mente di scegliere questa immagine dell’iconografia fascista per invitare i cittadini a celebrare la Festa della Liberazione dal nazifascismo?”, scrivono in una nota, “Con tutto il rispetto che si deve ai morti di tutte le guerre, che c’entra la copertina che accompagnava la certificazione fascista dei caduti durante il secondo conflitto mondiale, con la Resistenza e la lotta partigiana per la Liberazione del Popolo italiano? Si tratta di un affronto alla memoria inconcepibile. Ci rivolgeremo all’ANPI e chi ha partorito il manifesto dovrà chiedere pubblicamente scusa al popolo italiano”. A rispondere il sindaco, Ferdinando Allocca. “Il simbolo in questione”, ha spiegato, “ci è stato segnalato dal responsabile dell’archivio storico, Alessandro Masulli si trovava su una cartolina arrivata alla famiglia di un nostro concittadino morto in guerra, il sergente Francesco Francese. Volevamo in questo modo omaggiare sia lui che chi l’archivio lo ha fortemente voluto: lo storico Giorgio Cocozza. Nessuna intenzione di rispolverare con dei simboli eventi che appartengono al passato e non condividiamo”. E Masulli: “Non c’era intenzione di offendere nessuno. Il mio obbiettivo era quello di mettere in evidenza che anche Somma ha avuto delle perdite per la difesa dell’amata Patria”.
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