S.Anastasia. “Socialista, riformista e craxiano” con la tessera del partito socialista da quando aveva 15 anni. L’identikit politico di Carmine Esposito, sostenuto dal Pdl, Democrazia Cristiana, Nuovo Psi e la lista civica Arcobaleno. Consigliere comunale fino al 1995, assessore dall’82 all’85 e si occupava di “Bilancio, sport e Nettezza Urbana settori che all’epoca nessuno voleva e che io ho rivalutato. Quando ho gestito io il settore economico è nato a Sant’Anastasia il Bilancio partecipato”, è stato anche vicesindaco di Antonio Manno nel 1988, ma non faceva politica dal 1995. “Non volevo tornare in politica, ma ci sono troppe questioni che Sant’Anastasia sono irrisolte ed ho trovato un gruppo di giovani dirigenti davvero straordinari, con i quali se vinceremo ci occuperemo di quattro temi fondamentali: assetto del territorio, giovani e decentramento amministrativo e recupero delle periferie. Partendo dal Puc, la rivisitazione della zona rossa, la valorizzazione del Parco nazionale del Vesuvio. Deve essere chiaro che noi non siamo per la costruzione selvaggia, ma per ridefinire i confini della zona rossa in maniera graduale. Per quanto riguarda i giovani sappiamo che il Comune non può dare lavoro, ma può orientare nelle scelte lavorative e universitarie, per esempio pensiamo di delocalizzare nell’ex mattatoio un centro servizi proprio per aiutare i ragazzi in questa direzione. Si potrà realizzare una biblioteca telematica, una piattaforma digitale, il nostro è un programma che punta alla concretezza”. Il male delle amministrazioni comunali anastasiane è il tempo di durata, ma per questo Esposito ha la sua soluzione. “Noi non abbiamo messo insieme il diavolo e l’acqua santa, negli altri schieramenti ci sono contraddizioni che non ci appartengono, siamo coerenti e non vogliamo fare il sindaco di mestiere quindi non mi farò estorcere nulla da chicchessia”. E perché dovrebbero votarla? “Ho più capacità di governo degli altri candidati”.
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