sabato 21 Settembre 2024
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Nola, protesta degli avvocati penalisti contro le toghe cittadine

Nola- Scontri profondi quelli tra gli avvocati penalisti e i
magistrati al tribunale di Nola. Al centro della protesta il
calendario di udienze che riguarda, in particolare, due processi a
carico di sette clan della zona e complessivamente di 150 imputati, di
cui il 60% detenuti. Una polemica destinata ad approdare al Csm e che
è finita anche in Parlamento con un’interrogazione dei radicali al
ministro della Giustizia Alfano. Gli avvocati della Camera penale, con
il sostegno dell’Unione delle Camere penali, hanno attuato già una
prima giornata di sciopero e si apprestano a incrociare le braccia per
altri 8 giorni, (dall’8 al 16 marzo prossimi). Gli avvocati hanno
accusato i magistrati di “voler celebrare celermente i processi con
imputati detenuti” , accuse che hanno fatto ottenere ai giudici
nolani “piena e convinta solidarietà”. parte dall’Associazione
nazionale magistrati (Anm) che si stupisce di questa protesta, e
spiega di come si stessero svolgendo”importanti processi di
criminalità organizzata con un numero rilevante di imputati”. “Stiamo
assistendo ormai da troppo tempo a una progressiva agonia della
giustizia in Italia”, spiegano in una nota, “Tuttavia, a fronte della
necessità di adottare riforme organiche e volte ad affrontare e
risolvere le disfunzioni del sistema giudiziario, come richiesto
dall’Anm, quotidianamente si verificano assurdi attacchi
all’esercizio della giurisdizione, sia da parte della politica che
degli stessi operatori del settore, che ne provocano l’ulteriore
delegittimazione”. Parole chiare e precise da parte dell’organo
nazionale. Anche se come lo definisce la stessa Anm lo scontro legale
appare un po’ un paradosso per il fatto che siano i magistrati a Nola
a voler velocizzare i processi, dato il periodo politico. Un
capovolgimento della medaglia proprio quando, come ha affermato lAnm:
“il Governo rappresenta all’opinione pubblica, quale riforma urgente,
l’approvazione di una legge che determina l’estinzione del giudizio
penale all’esito del decorso di un lasso temporale”. Certo è che la
città in questione deve tener conto di “una densità criminale tra le
più significative del territorio italiano”. E’ vero anche però che la
Magistratura nazionale richiede “proprio nei procedimenti con detenuti
che destano maggiore allarme sociale, un impegno comune degli peratori
nell’interesse della collettività e degli stessi imputati”.”Stupisce –
concludono dall’Anm- come l’avvocatura non dimostri la dovuta
sensibilità a tali esigenze e indica una protesta contro la
magistratura nolana, colpevole di celebrare troppe udienze, cioè di
compiere ogni sforzo per arrivare alla conclusione del processo in
tempi ragionevoli” . I penalisti non ci stanno e rispondono a tono.
Sulla presa di posizione dell’Anm è intervenuta poi l’Unione delle
camere penali, che annuncia che chiederà l’intervento del Csm su
quello che succede negli uffici giudiziari della cittadina campana “ma
anche in molte altre parti d’Italia”. ”Chi tenta di distorcere le vere
e profonde ragioni della protesta degli avvocati penalisti nolani,
sappia che non siamo abituati a fare sconti sul rispetto dei principi
costituzionali”hanno dichiarato i penalisti. “Noi difendiamo con
responsabilità e coscienza lo Stato di diritto e sappiamo bene quale
pericolo rappresenti la criminalità organizzata che va perseguita. Ma
l’accertamento della responsabilità senza deroghe –hanno sottolineano
– deve avvenire rispettando le regole processuali e la Costituzione”.

Isabella Esposito

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