Castello di Cisterna. Colpo di scena nella vicenda del
commissariamento antimafia del Comune. L’ex sindaco, Aniello Rega,
rimosso dall’incarico l’estate scorsa a seguito dello scioglimento
antimafia degli organi elettivi, ha infatti deciso di ripresentare il
ricorso al Tar contro il commissariamento. Il ricorso era stato fatto
cancellare dal registro del ruolo del Tribunale Amministrativo
Regionale appena qualche settimana fa ma l’ex primo cittadino ci ha
poi ripensato. Il suo legale, Lorenzo Lentini, noto avvocato
amministrativista salernitano, è riuscito a ottenere la riapertura del
procedimento. Lentini chiede il ripristino a Castello di Cisterna
dello status quo ante, vale a dire il ritorno degli amministratori
rimossi oltre sette mesi fa dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
Un provvedimento da cui sono scaturite numerose polemiche striscianti.
Proprio di recente la Prefettura ha sciolto la riserva sulla
pubblicazione dei documenti relativi alla relazione della commissione
d’accesso antimafia. Un faldone di migliaia di pagine che contengono
vicende impressionanti. Dal lavoro degli ispettori anticamorra è
emerso che l’incessante attività edilizia ( circa 500 i nuovi alloggi
costruiti in questo piccolo territorio negli ultimi anni ) sarebbe
stata la risultante di una pianificazione urbanistica caratterizzata
da una serie sistematica di atti amministrativi palesemente
illegittimi. A dicembre i commissari prefettizi del Comune hanno anche
ordinato l’annullamento di tutte le licenze edilizie rilasciate dalla
ex amministrazione politica. Sempre secondo la relazione antimafia un
ex assessore avrebbe fatto realizzare, sotto la propria supervisione,
alcuni palazzi direttamente o indirettamente nella disponibilità di
tre boss della camorra molto noti nella zona.
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