Somma Vesuviana. Sarebbero tre gli avvisi di garanzia della Procura della Repubblica di Nola emessi rispettivamente nei confronti del responsabile dell’ufficio di polizia municipale di Somma Vesuviana, Maggiore e responsabile del comando Vincenzo Di Palma, di un vigile urbano G.M. e di una ditta edile di Ottaviano. Il sostituto procuratore Giuseppe Visone avrebbe iscritto i tre nel registro degli indagati per accertamenti iniziati il 15 dicembre scorso ed i quali sono giunti per il momento, oltre ai tre avvisi, anche al sequestro di due computer: quello del “Maggiore” Di Palma e quello dell’archivio atti del comando vigili di via San Giovanni De Matha. Il tutto sarebbe partito dalla denuncia di un vigile urbano sommese, proprio contro il suo superiore Di Palma. I fatti si sarebbero svolti poco dopo il completamente di via Gino Auriemma, la strada che costeggia le mura Aragonesi del Casamale ed alla quale è stato rifatto in sampietrini il manto stradale. Qui, terminati i lavori, la ditta edile di Ottaviano, aggiudicataria dell’appalto aveva lasciato alcuni calcinacci ed alcuni rifiuti in strada, nonostante quest’ultima fosse stata aperta al pubblico. A quel punto, sollecitato da alcuni cittadini della zona era intervenuto il denunciante, in quel periodo destinato in servizio proprio nel Borgo Antico come vigile di quartiere. Ed era stato lui a comminare una multa di circa 800 euro alla ditta aggiudicataria dei lavori. La multa però, stando alla denuncia fatta ai carabinieri dello stesso vigile urbano, sarebbe stata archiviata in autotutela amministrativa senza che ve ne fosse alcun motivo.
Così si è messa in moto la macchina della giustizia coordinata dal sostituto procuratore Visone Non è la prima volta che il Maggiore Di Palma sale alla ribalta delle cronache. Pochi mesi fa infatti, al responsabile della polizia municipale sommese, fu sequestrato un immobile di sua proprietà che risultò abusivo e nel quale operava tranquillamente una ditta commerciale. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Raffaele Allocca il quale si è schierato a difesa degli indagati. “C’è stata solo una cattiva comunicazione tra il comando vigili e la stazione dei carabinieri di Somma Vesuviana per una situazione amministrativa di autotutela utilizzata perché il cantiere non risultava consegnato dalla ditta. E’ impensabile che per un episodio del genere scattino addirittura gli avvisi di garanzia”.
Gaetano Di Matteo
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