San Giuseppe Vesuviano.Giorni di festa, ma difficili quelli che sta vivendo la cittadina del commercio negli ultimi tempi. Rimasta vacante la poltrona di primo cittadino, occupata fino al 3 Dicembre scorso dall’ormai ex sindaco Antonio Agostino Ambrosio e ora invece dai tre commissari, non sono cambiate poi molte cose, anzi, i problemi sono ancora tutti lì, sospesi mentre si lavora a pieno regime per tentare una soluzione e affiancati dal profondo “senso di umiliazione e (s)fiducia” che si è diffuso tra sangiuseppesi. Due le principali correnti di pensiero: quella dei sostenitori di “Tonino” che attendono un ritorno vittorioso del loro leader, fidando soprattutto in un’evoluzione positiva dei fatti in cui si è trovato coinvolto, ovvero la dimostrazione della sua estraneità ad essi e sull’altro fronte i delusi, che in Antonio Agostino Ambrosio hanno riposto qualche speranza o semplicemente non gli hanno mai creduto, i quali provano quasi vergogna a dire di essere sangiuseppesi e sperano in una svolta, non momentanea, bensì radicale nello stesso modo di pensare dei loro compaesani. A questa seconda corrente appartiene anche il consigliere comunale uscente del PD Dora Franzese, due anni fa sconfitta nella corsa alla carica di sindaco, proprio da Ambrosio, insieme a Luigi Bobbio. La Franzese afferma che il programma per le prossime elezioni dovrà essere molto diverso, a partire dagli stessi rapporti tra maggioranza e opposizione: non più enormi coalizioni della maggioranza e irrisorio spazio di manovra per gli oppositori, ma una collaborazione fitta e proficua tra le due parti per un rinnovamento ideologico, urbanistico e “umano” del Comune.“Ambrosio vinse per due motivi – spiega Franzese – la sua capacità organizzativa e il senso di individualismo che alberga nei cittadini di San Giuseppe Vesuviano – continua l’ex consigliere – 18 o 24 mesi di commissariamento non cambieranno di una virgola la mentalità del sangiuseppese. Eppure io dico che c´è da lavorare molto, essere propositivi, immaginare spazi di partecipazione per quelli che lo spazio non ce l´hanno. Io da consigliere di minoranza mi sono sforzata di proporre, denunciare, segnalare: credo che su questa strada bisogna proseguire anche in questa fase di commissariamento”. Riguardo i cambiamenti concreti, invece “ C´è bisogno di un lavoro complesso, che sfrutti le capacità imprenditoriali dei sangiuseppesi per trovare altre strade di sviluppo. Penso alla possibilità di avviare un discorso di tipo turistico. Considerando che i Comuni vicini, come Ottaviano, Somma Vesuviana ma anche Terzigno, hanno delle risorse culturali e storiche, noi potremmo sfruttare la nostra vocazione imprenditoriale per creare vie per lo shopping, insomma avviare una fase di trasformazione del paese. Ci vogliono i giovani, ma in generale ci vogliono tutti quelli che hanno cultura, buona volontà, voglia di lavorare per il bene collettivo. Conosco giovani che queste caratteristiche non ce le hanno, a cosa servirebbe coinvolgerli”. Cipiglio deciso e un programma alla fine dei conti semplice quello che la Franzese vorrebbe portare avanti: coinvolgere consapevolmente le intelligenze del paese per rendere lo stesso più appetibile e competitivo. Non paroloni né promesse, ma proposte che, si spera, possano trovare attuazione.
Giovanna Salvati
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