SAN GIUSEPPE VESUVIANO (NAPOLI) – Tentano di rapinare una banca ma il tentativo di furto svanisce prima di afferrare il corposo bottino. A finire nel mirino dei malviventi l’istituto di credito sangiuseppese Monte Paschi di Siena, la filiale di via Vittorio Emanuele a San Giuseppe Vesuviano. Un epilogo amaro per i raid entrati in azione la scorsa notte che in meno che si dica sono riusciti ad entrare all’interno dei locali della filiale ma a non riuscire a portare via nulla. Il tentativo più veloce di furto quello andato in scena la scorsa notte nella cittadina del commercio. Erano da poco passate le 3.00 di notte, almeno da quello ricostruito dai carabinieri, intervenuti sul posto, quando ignari malviventi, probabilmente in due, hanno fatto irruzione all’interno della filiale. Forzano la porta di ingresso, e in pochi minuti sono nell’atrio. Muniti di fiamma ossidrica si posizionano davanti allo sportello del bancomat e iniziano a forare la parete. Un piano quasi perfetto se non fosse stato per l’allarme. I due che pensavano di riuscire ad entrare e rubare indisturbati, sono stati però interrotti nel loro lavoro di scasso. Dopo infatti nemmeno un minuto dall’inizio dei lavori di scasso l’allarme collegato direttamente con la vigilanza privata inizia a suonare. Un gran frastuono sveglia i residenti del palazzo, dove si trova la filiale che tempestivamente chiamano i carabinieri. Nel frattempo di due malviventi si danno alla fuga, lasciando sul posto alcuni arnesi usati per entrare all’interno della banca. All’arrivo delle forze dell’ordine solo le porte aperte e al primo impatto nessun segno di furto. A confermare più tardi che nulla fosse stato rubato è stata la stessa vicedirettrice della filiale che ha confermato che nulla fortunatamente era stato portato via. I raid non hanno nemmeno avuto il tempo di aprire cassaforte e forzieri che il dispositivo antirapina si è subito attivato. Non è la prima volta che il Monte Paschi di Siena finisce nel mirino dei raid: non a caso un mese fa i carabinieri avevano sequestrato un supporto tecnologico posizionato sulla porta d’ingresso della filiale, un dispositivo che quasi sicuramente sarebbe stato utili ai malviventi per falsificare carte di credito.
Giovanna Salvati
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