San Giuseppe Vesuviano: Una volta centro di aggregazione e polo sportivo del vesuviano, lo stadio comunale sangiuseppese è oggi centro di cumuli di rifiuti riversati in ogni angolo della struttura e soprattutto dove rifiuti di ogni misura, dagli elettrodomestici o pezzi di auto hanno fatto si che l’intera aerea circostante la struttura si trasformasse in pochissimo tempo in una vera e propria discarica a cielo aperto. Ma come se non bastasse ad aggravare la situazione sono le mura imbrattate dello stadio e nessun tipo di tutela e salvaguardia di una struttura che rimane vittima dello scempio e del degrado ogni giorno di più. Vandalizzato ininterrottamente, lo stadio comunale di San Giuseppe sembra essere diventato l’emblema del degrado in una cittadina che nei tempi passati ha sempre difeso il titolo di polo sportivo, dove l’agonismo e l’aggregazione delle tifoserie rappresentava un appuntamento costante e senza dubbio fruttuoso su più fronti, ma che ora addirittura rischia di essere completamente abbandonato. Ed è cosi che l’appello parte da un gruppo di giovani che assieme ai loro genitori hanno deciso di sollevare la questione proponendo all’amministrazione comunale il recupero della struttura, il tutto partendo da una discussione nata su Facebook, il social network che continua a monopolizzare l’attenzione anche per impegni e soluzioni nel sociale. “Bisogna prestare maggiore attenzione e non permettere che una struttura di queste dimensioni finisca nel dimenticatoio – spiega il signor Luigi – è un nostro vanto e dovrebbe rappresentare la nostra forza nella cittadina, una presenza, quella dello stadio comunale, in un settore che dovrebbe coinvolgere i ragazzi e non allontanarli perché abbandonati dalle istituzioni”. Un appello per risvegliare coscienze e responsabilità spesso sollevate ma che non hanno mai visto l’effettivo impegno degli enti responsabili. “Molte volte – racconta al signora Anna – la struttura si è presentata cosi in modo indecoroso per cui i ragazzi dei vari settori giovanili si sono rifiutati di utilizzare spogliatoi e docce, e in alcuni casi di scendere in campo durante qualche partita. Noi ci rivolgiamo al sindaco in modo particolare che per i giovani ci tiene: perché non recuperare una struttura ancora recuperabile? Perché dobbiamo permettere ai nostri figli di varcare le zone limitrofe quando possono riappropriarsi di una struttura che ci è stata sempre invidiata?”. Quello che chiedono i cittadini è una politica del fare concreto quindi, dove di mezzo ora c’è di la condivisione e la giusta calibratura di interventi e risorse. Forse lo stadio non è la prima priorità in cime alla lista, ma sicuramente lo sono gli investimenti per recuperare l’emorragia di crisi locale, dove il fondamentale e necessario recupero di una struttura che vede l’ assenza delle istituzioni e di un custode che regoli l’apertura e la chiusura dell’impianto, lasciato più volte incustodito e quindi utilizzato impropriamente, può rappresentare un’idea forte per lo sviluppo.
Giovanna Salvati
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