Ottaviano: Erano le ore 20,00 del 7 Novembre 1980 quando Mimmo Beneventano, consigliere del Pci, veniva brutalmente trucidato sull’uscio di casa che oggi, dopo 29 anni dalla sua morte, porta il suo nome. Oggi come allora la cittadina non ha dimenticato, e forse non lo farà mai e cosi non esita nel ricordarlo in una serie di iniziative, tre giorni di legalità che prenderanno vita sul territorio per ricordare la sua figura . Ma come si può dimenticare l’impegno civile e il sacrificio del giovane medico, di un semplice consigliere comunale ucciso dalla camorra solo per aver deciso di contrastare la criminalità organizzata e non essersi piegato al terrore camorristico imperante negli anni ’80? Un eroe per i nostri tempi, di quelli che forse non ne nascono più, un uomo che con caparbietà aveva detto no al sistema della camorra, il tutto cercando l’appoggio di tanti per smuovere le coscienze, e che per questo il boss locale Raffaele Cutolo decise che doveva morire “Dava troppo fastidio”. Si dava fastidio, perché sognava un paese libero dall’illegalità, senza soprusi, ricatti, senza camorristi e camorra, si sognava perché nonostante il sacrificio di un uomo, la cronaca continua a sottolineare il predominio di “certi personaggi” sebbene l’incessanti operazioni messe in campo dalle forze dell’ordine. Mimmo Beneventano, parallelamente all’evolversi della sua carriera di medico, aveva svolto un’attività politica impegnata restando sempre critico, coerente e intransigente nella sua battaglia quotidiana contro le sopraffazioni camorristiche, le connivenze tra la camorra e i locali uomini politici. E proprio per questo aveva firmato la sua condanna a morte, una condanna che lo ha visto morire freddato sull’uscio di casa dinnanzi agli occhi di sua madre. Era il 7 novembre 1980 quando i killer della camorra eliminarono quello che consideravano un nemico scomodo. Troppe battaglie aveva condotto Mimmo Beneventano e tante ne voleva intraprendere. Tanto bastò alla criminalità organizzata per decidere di eliminarlo. Non si era spaventato quando lo avevano minacciato e aveva continuato a spronare i suoi concittadini in quegli anni bui dove soltanto Raffaele Cutolo e la guerra di camorra avevano la parola. E allora quella mattina lo uccisero sotto gli occhi della madre che lo salutava affacciata al balcone mentre Mimmo stava andando a lavorare in ospedale. E cosi oggi nel Palazzo Mediceo a partire dalle ore 15.30 si terrà un incontro dal titolo “verso la fondazione Mimmo Beneventano”, domani invece a Sasso di Castalda, presso l’Auditorium, a partire dalle ore 18.00 si svolgerà la commemorazione di Mimmo e la premiazione di giornalisti che si sono distinti per il loro impegno come spiega don Marcello Cozzi, referente lucano dell’associazione antimafia “Libera” che, insiemeall’amministrazione comunale di Sasso di Castalda, è promotrice dell’iniziativa. “Il riconoscimento Beneventano è un modo per valorizzare chi si è contraddistinto nel lavoro a favore della legalità e contro ogni forma di malaffare e di criminalità organizzata”. Un premio che sarà consegnato ai giornalisti Sandro Ruotolo e Roberto Morrione e al sindaco di Scanzano Jonico Salvatore Jacobellis. L’ 8 Novembre infine ci sarà l’appuntamento della cittadinanza ottavianese e degli amici di Mimmo alle ore 19.30 sul luogo del barbaro assassinio con una fiaccolata, dove verranno deposti fiori e lette alcune poesie. Il tutto nel ricordo di un uomo ucciso, ma di cui le proprie idee non moriranno mai.
Giovanna Salvati
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