giovedì 19 Settembre 2024
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Somma Vesuviana,sprechi e veleni. Lo strano caso dei pozzi d’acqua di via Bosco

Somma Vesuviana. Non bastasse la carenza d’acqua che periodicamente mette in ginocchio Somma Vesuviana. Ora la Gori, l’Ente che ne gestisce le risorse idriche, dovrà attivarsi per spiegare ai cittadini sommesi il motivo per il quale continua a estrarre acqua da alcuni pozzi di via Bosco nonostante quest’ultima non possa essere utilizzata. A far emergere l’evidente caso di spreco è stato un cittadino, Salvatore De Stefano il quale sulla vicenda ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Nola. In effetti De Stefano, pensionato con alle spalle un passato da professore di liceo, ha segnalato il caso già diversi mesi fa alle autorità competenti. “In località Bosco”, zona agricola di Somma Vesuviana “vi sono pozzi artesiani da cui fino a qualche tempo fa veniva attinta acqua da immettere nelle condutture dell’acquedotto vesuviano ad integrazione delle acque provenienti da Serino. Dalla scorsa primavera, essendo stato riscontrato nella suddetta acqua un alto tasso di arsenico”, frutto probabilmente dell’origine vulcanica delle falde, così come riferito dall’ufficio tecnico del Comune, “essa viene versata in un alveo contiguo ai pozzi, che dopo un corso di circa un chilometro la versa in una pubblica via”. Ma l’esposto non si limita solo a segnalare l’anomalia dell’acqua aspirata dai pozzi e poi lasciata scorrere tranquillamente per strada come se niente fosse. E neanche gli altissimi costi di gestione in termini energetici dell’intero ciclo di estrazione. “Quest’acqua, scorrente abbondante e senza interruzione” recita l’esposto “ha già prodotto guasti al fondo stradale, rende difficoltoso il passaggio pedonale e veicolare e, circostanza ben più grave, viene attinta lungo il corso da agricoltori che ne irrorano le colture”. Così, se fosse confermata la tesi del Comune sommese, l’acqua utilizzata dai contadini locali risulterebbe una vera e propria miscela velenosa che finirebbe poi sulle tavole degli ignari consumatori. “La situazione descritta” si legge tra le righe “pare che non inquieti la Gori che l’ha creata e la lascia persistere, sfugge al governo politico amministrativo locale e non è notata ne dagli organi di polizia ne tantomeno da quelli di controllo igienico-sanitario”. Fin qui l’esposto inviato alla Procura della repubblica di Nola. “E’ davvero strano che, nonostante i reiterati solleciti verbali, nessuno abbia preso in considerazione la possibilità ne di risolvere, ne tantomeno di circoscrivere il fenomeno delle immissioni dannose”. Dunque Salvatore De Stefano si chiede “se almeno le autorità destinatarie dell’esposto facciano un serio controllo. Perché il diritto alla salute è un bene della vita alla cui tutela” ha chiosato il professore “ e la pubblica amministrazione ha l’obbligo di provvedere con assoluta priorità rispetto ad ogni altra legittima istanza”. Dunque la Gori finisce per l’ennesima volta nel tritacarne delle polemiche e delle proteste di cittadini a dir poco sfiancati dai disservizi offerti dall’Ente che,paradossalmente, dovrebbe gestire in modo ottimale le risorse idriche.

Gaetano Di Matteo

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