giovedì 19 Settembre 2024
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“Voglio soltanto giustizia per il mio bambino”

Marigliano. «Non voglio compassione né pietà, voglio solo rispetto e giustizia». Gli occhi sono lucidi ma fermi, la voce trema un po’ ma è decisa. A parlare è Rosa Bonavolontà, avvocato, madre del piccolo Francesco Pio Cucciniello, scomparso a soli dieci mesi in un tremendo incidente stradale due anni fa esatti, il 13 ottobre 2007. Era tarda sera, quando la famiglia Cucciniello (papà Angelo, mamma Rosa, i piccoli Salvatore e Francesco) stavano rientrando a casa a bordo della loro Volkswagen dopo una serata trascorsa in ludoteca. Stavano per svoltare nel portone d’ingresso della loro abitazione lungo via Somma quando, fragoroso e devastante, è arrivato l’impatto con una Opel Astra che proveniva da Somma Vesuviana e si dirigeva verso Marigliano. Il contachilometri si è fermato sui 120 chilometri orari: uno schianto che spezzerà la vita del piccolo Francesco Pio, che passerà dal sonno tranquillo all’interno del suo seggiolino alla morte. Anche il piccolo Salvatore resterà gravemente ferito così come sua madre, Rosa, che porta ancora nel corpo e nell’anima i segni di quella terribile tragedia. Il destino ha attuato con la famiglia Cucciniello un gioco sadico: alla guida della Opel Astra c’era un amico di famiglia, Aniello Santorelli, oggi trentenne. «Ora- afferma Rosa- le indagini preliminari sono concluse ma del processo ancora non si è svolta neanche la prima udienza. Il fascicolo di Francesco Pio è stato affidato a due giudici che poi hanno lasciato il tribunale ed ora giace lì, a Nola, in attesa che qualcuno lo apra e cominci il procedimento. Io non cerco la compassione, la pietà o la vendetta: cerco solo giustizia ed il rispetto per i miei figli, per mio marito e per me». Rosa, Rosita per gli amici, è sempre stata una persona dinamica, impegnatissima nel lavoro, nello studio, nel volontariato. Da anni si prodiga a favore delle famiglie che vogliono adottare un bambino, offrendo anche consulenze gratuite presso il comune di Marigliano. Un impegno che ha avuto un drastico blocco nel periodo della riabilitazione fisica e psichica che ha fatto seguito all’incidente. «Nel periodo immediatamente successivo alla tragedia- ricorda con dolore- non riuscivo a muovermi. Poi, un giorno, Salvatore salì sul mio lettone per farsi vestire ma io non ci riuscivo: in quel momento mi è scattata una molla: io dovevo ricominciare a camminare, a prendermi cura di mio figlio (il piccolo Alessandro ancora non era nato allora), a lavorare, a vivere. Una scelta- continua Rosa- che non è stata capita da tutti e che ha fatto sì che io fossi sommersa di pettegolezzi ed indifferenza. Fortunatamente, però, ho anche avuto l’appoggio di tante persone, che stimano me e la mia famiglia». Da questa tragedia, Rosa ha tratto la forza di creare un progetto che abbia una ricaduta sociale: «Ho creato una cooperativa che porta il nome di mio figlio, Francesco Pio Cucciniello, ed il mio obiettivo è quello di continuare ad aiutare le famiglie ed i bambini in difficoltà attraverso diverse attività sul territorio». L’impegno in memoria di Francesco, però, riguarderà anche la sicurezza stradale. «In due anni nulla è stato fatto per migliorare la sicurezza- ha spiegato Angelo, il papà di Francesco- quindi daremo vita ad una raccolta firme per far installare degli autovelox fissi».
Chiara Pellegrino

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