Nola. Il Comune “latita” e a risentirne sono l’arte e la cultura. A far emergere i problemi che riguardano i beni architettonici e archeologici della città di Nola è, come spesso è accaduto negli ultimi anni, l’associazione Meridies. Il presidente, Angelo Amato de Serpis, ha scritto nuovamente al neo sindaco Geremia Biancardi per sottolineargli i disagi e l’incuria che sta vivendo il villaggio preistorico nolano, e le difficoltà che vivono a causa della burocrazia i volontari che si impegnano per la cultura. “E’ davvero mortificante”, scrive de Serpis al sindaco, “per giovani che da anni, in modo disinteressato e con tanti sacrifici, portano alto il nome di Nola nel mondo, trovare i maggiori ostacoli alla loro azione proprio nella loro città, mentre trovano spesso ampia collaborazione fuori Nola, come avvenuto ad esempio a Pago del Vallo di Lauro per l’apertura della Chiesa di S. Maria Assunta di Pernosano, solo per citare un ultimo esempio dello scorso giugno. Senza contare inoltre i numerosi sforzi fatti a favore della Festa dei Gigli, vanificati da incomprensibili decisioni. A tal proposito Meridies, che continuerà comunque a portare avanti le proprie iniziative che portano alto il nome di Nola nel mondo, chiede la possibilità di avere un incontro in merito con lei e con l’Assessore ai Beni Culturali del Comune di Nola, oltre ad un impegno sulle iniziative poste in cantiere e non portate a termine a causa della “latitanza” dell’ente da Lei presieduto”. Ma il presidente di Meridies non dimentica che Biancardi appena insediato ha cercato di mobilitarsi. “Mi preme ringraziarla per il sincero interessamento dimostrato per la situazione critica in cui versa il Villaggio Preistorico di Nola”, aggiunge, “convocando con alacrità un tavolo istituzionale. Il Villaggio Preistorico di Nola (da considerare un po’ come il Colosseo per Roma, essendo il sito di Croce del Papa il luogo più importante, sotto il profilo turistico e scientifico, dell’intera area nolana ed un vero e proprio unicum archeologico) versa in condizioni pericolose per la sua stessa conservazione, come ha potuto Lei stesso verificare, a causa dell’allagamento dovuto all’aumento della portata della falda acquifera sottostante l’area del sito. Meridies ha utilizzato molte risorse proprie (oltre settemila euro in un paio di anni praticamente senza l’aiuto di nessuno) per rendere, dal 2004, accessibile e più accogliente l’area e consentire a più di dodicimila visitatori all’anno di ammirare le capanne e la straordinaria civiltà dei nostri antenati di quasi quattromila anni fa. Impegni analoghi sono stati in questi anni spesi per altri siti, resi fruibili dall’azione di Meridies, come l’Anfiteatro Laterizio, la cosiddetta Villa Romana di Via Saccaccio, il Museo Diocesano di Nola, ed altri ancora. Purtroppo lo sforzo di tanti giovani nolani e non è stato spesso mortificato dall’indifferenza, se non, a volte, dalla palese ed incomprensibile “ostilità” riscontrata, anche da parte dell’ente da lei presieduto, nonostante i numerosi esempi di collaborazione realizzati. Un caso emblematico in tal senso è l’incredibile vicenda del progetto “Ri…Apriti Sesamo”, realizzato con il Comune di Nola. Nonostante l’approvazione di tale iniziativa a novembre 2008, il tutto è rimasto solo sulla carta perché non è mai giunto a destinazione alcun contributo per la realizzazione dell’iniziativa”.
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