Che credibilità hanno le parole sull’acqua? Fuor di metafora: perché sulla carenza idrica si continuano a dire bugie? Dopo giorni di difficoltà, e di proteste popolari, non la Gori, a cui spetta per legge informare i suoi utenti, che purtroppo lo siamo tutti, del perché l’acqua arrivava nelle case per poche ore al giorno, ma il sindaco Allocca scrive a suoi concittadini. Ma senza convincere. Anzi lasciando intravedere disagi ancora per i prossimi giorni. Si legge sul manifesto che il problema della mancanza d’acqua è quasi risolto: ancora qualche settimana di disagio e poi l’acqua non andrà più via. A parte il fatto che tra il quasi e il certo c’è una bella differenza, almeno il primo cittadino non potrebbe essere più chiaro della criptica Gori? Che significa qualche settimana, i sommesi vorrebbero tempi sicuri e non approssimativi come lo sono le risposte della Gori. Una certa stampa velinara continua a riportare notizie preconfezionate senza chiedersi mai un perché. Eppure a leggere il manifesto si viene a conoscenza di un fax della Gori in data 10 luglio, quasi un mese fa, in cui si avverte della riduzione del servizio idrico (sempre senza precisare giorni, ora, chi, dove, eccetera) perché non si possono utilizzare alcuni pozzi De Siervo per l’alto contenuto di arsenico. Ma davvero? E’ questo il motivo? Ma ci dobbiamo proprio credere? E perché i cittadini lo apprendono proprio adesso? Ma non era stato la raccontata la favola che siccome faceva troppo caldo allora si consumava troppo acqua e non ce n’era per tutti? Una panzana fantastica, propinata dagli operatori del call center della Gori ( che ufficiosamente però ammettevano che questa è la versione che erano costretti a raccontare), mentre sul sito di questa azienda continuava a non comparire nulla se non le amenità sull’importanza dell’acqua (vallo a dire a chi non ce l’ha) La Gori non ha sentito la necessità di informare, come da legge, quello che stava succedendo e sui modi e tempi di ripristino del servizio. Tutte le aziende serie (Enel, Telecom, ecc.) lo fanno, ma la Gori gode, come i diplomatici, dell’extraterritorialità, e quindi non risponde a nessuno. Anzi se ne strafrega.
Ma anche l’amministrazione comunale si adegua fin troppo alle comunicazioni della Gori. Nessuna giunta né di centrosinistra né di centrodestra, nessun sindaco, ha mai affrontato di petto la questione idrica nel nostro paese. Tutelando gli interessi dei cittadini, non quelli della Gori. Un mistero che da Alfonso Auriemma a Ferdinando Allocca continua in modo bipartisan.
Forse è appena il caso di ricordare che l’acqua è un bene pubblico, che la Gori non né è proprietaria, anche se agisce come un padrone, ma anzi gestisce come da acronimo il servizio idrico. Lo gestisce non ne fa un uso privato.
Ecco allora la proposta: la creazione di un Comitato Acqua, trasversale e apolitico, che faccia le pulci alla Gori, come già succede a Nola e Castellamare, e che la inchiodi alle sue responsabilità e alla trasparenza del servizio. A cominciare dai disagi di questa settimana. Perché non studiare, per esempio, la possibilità di una class action nei confronti della Gori? O, supportati da legali, non citarla per danni ? Si ha idea per colpa dell’acqua di quanti giorni di lezioni si sono persi nelle scuole? Perché il vizietto dell’interruzione idrica per Gori non è un eccezione ma la regola. Una regola che il Comitato Acqua potrebbe far tornare eccezione.
Lettera firmata
La redazione
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