“E’ un gesto simbolico che completa un percorso di riconoscimenti alle figure che hanno profuso sforzi concreti per la pace in Medio Oriente con l’auspicio che in quel territorio martoriato dalle guerre si possa presto addivenire ad una pace duratura con due popoli e due Stati”. Così il sindaco Salvatore Perrotta ha esordito nella prolusione alla cerimonia di intitolazione di piazzale Rabin, questa mattina a Marano. Il piazzale dedicato al Premio Nobel per la Pace è ubicato significativamente nelle adiacenze di via Arafat, altro Premio Nobel per la Pace, artefici entrambi, insieme a Simon Peres degli accordi di Oslo. Alla manifestazione hanno partecipato autorità civili, religiose e militari. Il presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Gala, ha ricordatoil percorso di vita del leader israeliano: “E’ nato come militare e si è poi convertito alla carriera diplomatica – ha detto – impegnandosi concretamente per il raggiungimento dell’obiettivo comune della pace”. Per la Comunità Ebraica napoletana (competente per l’intero Sud Italia) ha partecipato l’arch. Fabrizio Gallichi: “Ringrazio molto l’amministrazione comunale – ha detto – e apprezzo molto che significativamente siano state apposte le due tabelle (a Rabin ed Arafat) l’una di fronte all’altra: il dialogo, si dice in Israele, prevede la logica dei balconi contrapposti, perché per avviare un confronto c’è bisogno del riconoscimento dell’avversario”. Anche il decano dei parroci di Marano, don Giovanni Liccardo, ha sottolineato, leggendo le parole di Rabin, il percorso di vita del leader israeliano: “E’ la dimostrazione che il bene può e deve prevalere sul male, che la diplomazia e la volontà di raggiungere la pace possono prevalere sulla logica della guerra. Ed è molto bello che dalla nostra città parta un messaggio universale, identico a quello che lanciò un altro uomo proveniente da quelle terre, che si chiamava Gesù Cristo”. Subito dopo, la consigliera comunale Stefania Fanelli ha disvelato la targa dedicata a Yitzhak Rabin, Premio Nobel per la Pace.
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