Da un nostro lettore riveniamo una lettera che offre interessanti spunti e di seguito la pubblichiamo.
Egr. Direttore Bellini,
Un senso di disgusto mi assale. La nausea per questa stagione politica è forte. La classe dirigente mi fa vomitare e le prese di posizione di questi pseudo-politici mi fanno davvero ribrezzo.
Il nostro paese è vittima, da ormai diversi lustri, della negligenza, della disonestà, del menefreghismo di una classe dirigente politica davvero scadente. Una classe dirigente politica legate alle poltrone, agli individualismi e al becero e disgustoso potere personale. Una guerra di poteri, di poltrone e di posizioni. Una guerra che dura da tempo e che non conosce colore politico. Una vergognosa imposizione al popolo, una disgustosa alleanza tra le parti che rende il nostro paese vulnerabile e tristemente morente.
I progetti politici, figli dell’avidità umana, hanno danneggiato Sant’Anastasia e oggi, anno 2009, il nostro paese vive una fase di declino totale, un fase regressiva che offende la storia, distrugge il futuro. Non c’è speranza, non c’è passione. C’è solo tanto lassismo e un senso di ignobile rassegnazione. Sant’Anastasia è un deserto di pietra, un paese morto nell’anima. Non c’è iniziativa che tenga. La gente migra nei paesi limitrofi, qui non c’è più spazio per la società, per quella parte di società che vuole un futuro diverso, un domani migliore. In questo paese, e questa è la sensazione di moltissime persone, c’è solo posto per quella parte malata della cittadinanza che tra malaffare e serata all’insegna della droga ostacolano lo sviluppo e la crescita del paese. Per loro c’è posto, per noi, invece, non c’è nulla che possa soddisfare le nostre serate all’insegna del sano divertimento. Le serate, noi gente perbene, siamo costretti a passarle in altri paesi, in altre zone. Non c’è spazio, non c’è posto.
E tutto questo poco importa ai nostri governati. Loro, che da sempre fanno di Sant’Anastasia un porto franco dove poter attraccare con i loro affari, sono impegnati in altre cose, in delle personalissime vicende che nulla hanno a che vedere con quella politica del fare e delle azioni di sviluppo collettivo. Queste faccende personali sono troppo importanti, non c’è tempo per le azioni concrete per il paese. E allora il declino è servito.
Basta girare l’angolo, fare qualche chilometro è tutto cambia, tutto sembra diverso. Somma Vesuviana, Pomigliano D’Arco, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giorgio a Cremano. Solo per citarne alcuni. Questi paesi, pur avendo i loro problemi, sono vivi e vengono vissuti. La gente è felice di stare per strada, di poter condividere con gli amici un drink in uno dei bar della zona. Noi questo piacere non possiamo condividerlo, questo per noi è solo un sogno. E forse, “grazie” a questi politici, rimarrà tale.
La colpa, sotto sotto, è anche nostra. Soprattutto nostra. Sono anni che sprechiamo il nostro voto. Sono anni che scegliendo sempre la stessa gente umiliamo il nostro paese. Sono anni che premiamo la politica del piacere personale, delle raccomandazioni. Sono anni che sbagliamo e non ci rendiamo conto. Ci giuriamo di cambiare ma poi commettiamo sempre gli stessi errori, facendo, in quel periodo di forte enfasi elettorale, da traino a questa classe dirigente che da anni si è impossessata del nostro paese. La colpa è soprattutto nostra, che non abbiamo il coraggio di mandare a casa questa gente, non abbiamo il coraggio di eleggere i giovani, quella generazione sana che è e resta il motore propulsivo del domani, speranza di vita per tutti noi.
Cari concittadini anastasiani, il futuro è nelle nostre mani. Il futuro cambierà solo se noi lo vogliamo, solo se il nostro sarà un impegno costante e mirato al bene del nostro paese. Liberiamoci da questa gente, ribelliamoci a questo senso di rassegnazione. Rimanere inermi innanzi a tutto ciò è inutile, gravoso. Dobbiamo reagire, alzare la voce e votare, tra un giorno o tra qualche anno, quella parte della società civile che si impegna per il futuro, che si impegna per il miglioramento di questa nostra società.
Non conosco il vostro sentimento ma il mio, carissimi concittadini, è un sentimento di tristezza. Vedere il paese in cui sono nato, cresciuto e tutt’ora vivo in questo desolante stato mi fa male, provo enorme tristezza, un dolore che mi assale l’anima. Almeno noi, giovani di Sant’Anastasia, non arrendiamoci, diamo una speranza al nostro paese.
Ciro Pavone.
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