Sant’Anastasia. Una telenovela senza fine quella dell’amministrazione comunale di centrodestra di Sant’Anastasia. Adesso è giunta, via fax per velocizzare i tempi, la diffida inviata dal prefetto al sindaco e ai consiglieri comunali. Diffida che fa restare in piedi l’attuale esecutivo concedendogli venti giorni di tempo per convocare una nuova seduta in cui approvare il Bilancio. La seduta del 4 giugno, dunque, è come se non si fosse mai svolta. La bocciatura giunta quel giorno al documento contabile sembra non avere alcun valore. Ad oggi, però, non è ancora chiara la data entro cui terminerebbero i venti giorni di “ossigeno” arrivati per la giunta Pone, il documento firmato da Alessandro Pansa è stato “anticipato” via fax e quindi non ha ancora una data cui far riferimento. Per ora il sindaco Carmine Pone non parla, ed ha riattivato il silenzio stampa che lo aveva accompagnato negli ultimi mesi. La minoranza invece è critica ed, infatti, non ha ritirato neppure il documento. “Abbiamo rifiutato la notifica”, afferma il consigliere del Pd Antonio Dobellini, “perché riteniamo di aver fatto già il nostro dovere nella scorsa seduta del civico consesso”.
La diffida fa riferimento ai Decreti Legislativi 267/00 e 154/08 (convertito in legge 189/08) “privilegiare la possibile sopravvivenza dell’organo democraticamente eletto”, esponendo
le norme che il legislatore ha approvato per tutelare il bene comune e gli interessi della comunità, alla quale i consiglieri eletti hanno l’obbligo di “consegnare” nei tempi stabiliti un bilancio di previsione che assicuri i servizi da rendere ai cittadini e faccia comprendere le scelte amministrative. Mentre a far bocciare il Bilancio nella seduta del 4 giugno sono state motivazioni politiche, o “di bottega” come aveva chiarito il primo cittadino subito dopo la seduta. Eppure il Bilancio 2009 era stato preparato stando ad ascoltare anche le esigenze degli stessi anastasiani. L’assessore al ramo Armando Di Perna, infatti, lo scorso anno aveva disposto, e fatto compilare ai cittadini, un questionario nel quale dovevano suggerire quali erano le opere pubbliche che preferivano fossero realizzate e quali in settori in cui volevano che l’amministrazione di centrodestra investisse. Un Bilancio ritenuto dall’amministrazione “di svolta” e di realizzazione di molti obiettivi, dopo il precedente bilancio di “risanamento”.
La mancata approvazione del documento contabile porterebbe all’avvio della procedura di scioglimento del Consiglio e della nomina di un commissario prefettizio che prenderebbe il posto dell’attuale sindaco eletto nel 2007. Ad oggi sono in atto tentativi per ricucire lo “strappo” all’interno del centrodestra. Ma la soluzione positiva non sembra così facilmente raggiungibile. “Prima di sederci a qualsiasi tavolo di discussione occorre che il sindaco attui due condizioni”, spiega Alfonso Gifuni, consigliere comunale del Pdl, uno dei tre consiglieri che ha bocciato il Bilancio. “Prima di tutto va azzerata la giunta”, aggiunge, “e poi deve essere disposto un organo consultivo costituito dai consiglieri di maggioranza che deve riunirsi una volta a settimana e decidere sulle questioni amministrative. Se queste condizioni saranno attuate sarà possibile discutere anche del Bilancio”.
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