Somma Vesuviana. Un flop da molti annunciato e sul quale, con malizia, qualcuno contava. Stiamo ovviamente parlando del risultato delle primarie per scegliere il candidato presidente per il centrosinistra della Provincia di Napoli. Tre i contendenti in campo. Luigi Nicolais, docente e ricercatore di spessore internazionale ex ministro della Fuzione Pubblica nell’ultimo, disastroso, governo Prodi e sponsorizzato da Veltroni; Salvatore Vozza, sindaco di Castellamare di Stabia ed esponente di Sinistra e Libertà (unione tra Rifondazione per la sinistra di Nichi Vendola, Sinistra democratica, Verdi e Socialisti); ed infine Guglielmo Allodi, assessore provinciale del Pd.A vincerle queste primarie è stato, come da copione Gino Nicolais, ma una riflessione sui numeri delle sommesi è quasi d’obbligo. Innanzitutto l’affluenza. Se a Napoli è stata del 50%, 30 mila votanti su 60 mila iscritti, a Somma il risultato è stato assai deludente. Difatti hanno votato appena 576 persone rispetto ai quasi 1500 tesserati. Di questi 434 hanno preferito Nicolais, 103 Vozza ed infine 30 Allodi. Sui motivi della defaillance di partecipazione bocche assolutamente cucite. Anche se il dato di appena 9 votanti nella sezione allestita per l’occasione a Rione Trieste alle 13 già faceva presagire il flop shock. A riguardo un anonimo ed autorevole tesserato del Pd locale ha dichiarato che perfino alcuni esponenti del direttivo non si sarebbero presentati alle urne. Un fatto insolito l’entusiasmo mediatico nato intorno all’evento. Ancora più insolito, se si prende in considerazione il via vai e l’impegno del congresso di qualche settimana fa, che doveva sancire la rinascita del soggetto politico e l’entrata di nuove forze all’interno di esso. A prima vista è sembrato mancare all’appello la lista Campania Democratica guidata da Antonio Mocerino e fortemente critica nei confronti del partito perché, in sede di costruzione dell’organigramma che ha portato De Nino a diventare responsabile, non sarebbe stata “accontentata”. Sulle richieste fatte non trapelano indiscrezioni, ma secondo qualche militante il diniego,perfino alla trattativa, deriverebbe dall’aut aut posto proprio dalla lista Campania Democratica. La quale nella riunione definitiva avrebbe addirittura avanzato un “O tutto quello che chiediamo o niente”. Dunque un occasione di democrazia diretta non mancata, ma a tratti sfumata, di scegliere un candidato in modo organico e partecipativo. Con la consapevolezza che forse il presidente uscente Dino Di Palma avrebbe potuto ricevere un trattamento migliore. Probabilmente anche dagli stessi uomini della galassia della pura sinistra che, almeno a Somma, hanno approfittato della bella giornata per andare a mare. Proprio come in tutte le occasioni in cui gioco e radicalismo-chic terminano ed incomincia la politica, quella vera.
Gaetano Di Matteo
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