NAPOLI – Doppio appuntamento per lo stilista Romeo Gigli, che venerdì 28 e sabato 29 marzo, ospite nel salotto della sartoria Cilento di via Medina prima, e nel Tennis Club Napoli in occasione del Torneo Internazionale del Tennis poi, si è confrontato con imprenditori del Mezzogiorno ed i giovani artisti napoletani.
Il dibattito animato e moderato dal giornalista Massimo Lucidi ha toccato i punti salienti dell’economia, delle problematiche di conservazione delle tradizioni e dello sviluppo del Mezzogiorno. “Napoli è una città straordinaria – afferma Romeo Gigli – gli uomini più eleganti del mondo si incontrano in due soli posti, Londra e Napoli. Un città ricca di cultura, di generosità, di creatività ed anche di abilità, quella sartoriale che ha ispirato tanto del mio lavoro ma anche dell’artigianato, penso a quello di Capodimonte. La globalizzazione e la comunicazione spinta tendono ad appiattire tutto, ma allo stesso tempo aprono nuovi orizzonti. Chiaro che subiamo la concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro e per essere competitivi dobbiamo puntare su quello che abbiamo di meglio: la nostra creatività e manualità. Per esprimersi al meglio, però, occorre avere grande curiosità, osservare il mondo, apprendere, ma allo stesso tempo non bisogna perdere la propria identità. Elegante è la persona che attraverso l’abbigliamento esprime e rappresenta se stesso, chi segue la moda non è elegante, ma anonimo”. Ospite anche l’industriale Francesco Divella, che pone l’accento sul valore della tradizione e cultura italiana, soprattutto nell’agroalimentare. “Siamo in un periodo storico complesso, difficile – dichiara Divella – siamo imitati da tutti ma la qualità del nostro sistema produttivo è irraggiungibile. Noi abbiamo fatto la scelta di vendere lo stesso prodotto, della stessa qualità, in tutti i diversi mercati che serviamo, proprio perché crediamo che questo sia il modo giusto e corretto per promuovere la nostra cultura e tradizione nmondo”. Una testimonianza importante da parte della signora Gigli, Lara Aragno Gigli, che individua nella libertà di espressione di ognuno il giusto spazio per dare vita alla creatività: “ bisogna uscire dagli schemi. Ai giovani della mia scuola insegno le tecniche, gli stili, tutto quanto è già stato fatto senza però dare dei limiti, dei paletti. La rottura degli schemi è stata proprio la peculiarità di mio marito che ha prodotto delle cose impensabili. C’è però una sola cosa che mi rattrista, il passaggio intergenerazionale, la difficoltà di trovare giovani ai quali trasferire competenze”. Replica Fabio De Bernardo, imprenditore delle Porcellane di Capodimonte “racconto un aneddoto, fino a qualche mese fa il settore al quale appartengo sembrava destinato a scomparire ma poi, quando io e mi miei colleghi ci siamo impegnati in un progetto di sviluppo nel quale crediamo fortemente, ci siamo resi conto che ci sono tanti giovani come me disposti a dare continuità a quanto realizzato dai propri padri. Mi preme fare una riflessione sulla globalizzazione che fino ad ora non è stata capita e compresa. Abbiamo guardato il fenomeno da opportunisti, per acquisire manufatti, materie prime, lavoro a basso costo. Globalizzazione non è questo, è piuttosto accentuare le differenze e valorizzare le identità: se vendo un mio prodotto, Capodimonte, che sia rappresentativo della mia terra, cultura e tradizione, nel paese più lontano del mondo, allora avvicino popoli e culture, promuovo la mia terra, questo è il vero senso ed opportunità della globalizzazione”.
Tra gli altri ospiti Ugo Cilento, padrone di casa, Guido Agliata, la nota gallerista Lia Rumma, Luca Serra, Paolo Casserà, Luigi D’Angelo, Nicola Dambra, e tanti altri per un momento di confronto che proseguirà venerdì 4 aprile con l’industriale Santo Versace.
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