ABANO TERME. La vaccinazione contro il Papilloma virus (Hpv) potrebbe essere estesa anche ai maschi. E’ quanto emerso dal XIII Convegno di Medicina della Riproduzione iniziato, in provincia di Padova, il 21 febbraio. “Il Dna di questo virus è stato individuato anche negli spermatozoi –ha detto l’esperto, Carlo Foresta – di conseguenza, sarebbe incoerente non vaccinare anche i maschi”. Non solo. Ricercatori dell’Università di Padova, esaminando cinquanta campioni di liquidi seminali di uomini infertili, hanno notato che il virus dell’Hpv è presente nel 25 per cento dei casi, localizzato direttamente negli spermatozoi e nel loro Dna. E la presenza di questo virus sarebbe anche alla base del mancato successo della fecondazione artificiale. Quindi, la realizzazione di una vaccinazione per il sesso forte potrebbe non essere tanto lontana. Nel frattempo è partita in Italia, primo Paese in Europa, la Campagna vaccinale per le donne. Pubblica e gratuita, sarà attiva già in quindici regioni, tra cui la Campania, entro marzo. Ne sono interessate ben 280mila adolescenti, nate nel 1997. “Tra i diversi tumori della donna quello causato dal virus Hpv è quello contro il quale oggi abbiamo un nuovo e importante strumento di prevenzione primaria: il vaccino. – Ha detto il Ministro della Salute, Livia Turco, alla Conferenza stampa di presentazione della Campagna – Questo tumore, infatti, nonostante l’efficacia dei programmi di screening, colpisce ogni anno nel nostro Paese circa 3.500 donne e causa la morte di 1.000 di esse. Ora, finalmente, molti di questi decessi potranno essere evitati. C’è bisogno però di un’opera di sensibilizzazione da parte di figure fondamentali, quali il medico di famiglia, il pediatra di libera scelta e il personale specializzato dei consultori familiari, per aiutare genitori e figlie in una scelta così importante per il loro futuro”. Il Ministro ha poi tenuto a precisare che il vaccino, pur rappresentando un importante presidio di prevenzione, si affianca ma non sostituisce lo screening periodico, attualmente raccomandato per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Anche perché il vaccino attuale è attivo contro il 70% dei virus associati al carcinoma uterino: quindi, per il restante 30%, l’unica prevenzione resta il pap-test.
Ferdinando Gaeta
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