OTTAVIANO- Le esclusive dichiarazioni di una madre che rivuole suo figlio e cerca pace lanciando un appello
“Ridatemi mio figlio” questo l’appello disperato della madre del giovane 26 enne Nicola Smarrazzo scomparso lo scorso 26 Novembre senza lasciare nessuna traccia. E ora a decidere di rompere il dolore nel silenzio e a lanciare un appello è proprio la madre. “Mio figlio era un giovane come tanti altri – spiega in lacrime la signora Vincenza Postiglione – un buon figlio,non mancava sicuramente qualche marachella, ma non era un criminale, un boss come tutti lo hanno dipinto. Per lui la famiglia era tutto e mi aiutava sempre in casa con mia sorella, disabile, immobile su una sedia a rotelle incapace di ogni cosa. E lui tutti i giorni mi era vicino con lei, anzi mi ripeteva di farmi coraggio . Lavorava tutto l’anno nei pressi del nostro stabilimento balneare a Santa Maria di Castellabate, aveva preso il brevetto per bagnino e istruttore di winsurf ed era un lavoro che gli piaceva tanto. Da Marzo fino ad Ottobre ci trasferiamo li per lavorare, lavorare onestamente e lui era quello che conduceva il tutto. Siamo tornati da poco qui ad Ottaviano e non credevamo potesse capitarci tanto. Lo scorso Aprile si era sposato dopo undici anni di fidanzamento e quando due mesi fa era nato suo figlio era sereno e felice tutti i giorni. Bastava guardarlo dritto negli occhi per vederlo felice,allegro con il suo piccolo figlio tra le braccia, il suo tesoro”. Si ferma, in lacrime, e l’unica cosa che continua a ripetersi è “ridatemi mio figlio” parole sofferenti, ansia, angoscia e un dolore, questo quello traspare sul viso, un viso stanco e spento, continua a piangere e vuole far capire a chiunque sappia qualcosa che rivuole suo figlio ad ogni costo. “ Nicola è il mio unico figlio, il mio amore, la mia gioia – continua mamma Vincenza – e ora senza di lui mi sento come un albero senza foglie, senza vita, mi sento la morte nel cuore. Sono undici giorni che non dormo e ho paura di quel silenzio che ogni tanto sento; mi domando dove possa essere finito, con chi sta, il perché, tante domande che però mi fanno solo impazzire, dov’è mio figlio?”.
Nicola Smarrazzo è scomparso il pomeriggio del 26 Novembre, dopo che insieme alla moglie si era recato al pronto soccorso della Clinica Trusso per un controllo: qualche giorno prima infatti era caduto dalla sua moto, un cross che per lui era la grande passione, e dopo tre giorni in stato di fermo per delle contusioni riportate alla gamba, si recava in clinica per un controllo. Ma poi? “Eravamo andati insieme in clinica – racconta la moglie Autilia – come sempre Nicola era puntuale, e si è anticipato per la visita, ma poi io sono andata via per andare a casa da mio figlio che avevo lasciato. Mi ha richiamato verso le cinque per dirmi che tra qualche minuto sarebbe ritornato, lo avevo lasciato in macchina fuori il parcheggio della clinica, non poteva nemmeno guidare,ma da quel momento nulla più. È scomparso.” Dopo una notte insonne, scatta l’allarme. La moglie si reca alla stazione dei carabinieri per denunciare la scomparsa del marito e da li inizia la sofferenza. “E’ uscito di casa con una tuta, senza documenti e soldi – afferma la madre – con se aveva solo il cellulare che da quel momento risulta spento. Non abbiamo ricevuto nessuna telefonata di ricatto, o di intimidazione, solo nella tarda serata di mercoledì una telefonata strana, dove in sottofondo si sentiva una voce gridare di aver trovato qualcosa e poi rumori di macchine.” La macchina di Smarrazzo è stata ritrovata il mercoledì mattina nei pressi di via Starza a Somma Vesuviana, in una strada deserta, abbandonata, all’interno mancavano le chiavi e stranamente i tappetini anteriori, particolare su cui gli inquirenti stanno ancora lavorando. “Ho sempre pensato di conoscere bene mio figlio – conclude la madre – e sono convinta che mio figlio non nascondeva nulla, era un ragazzo normale, tutti l’hanno descritto come il criminale ottavianese, il proprietario del mercato illecito della droga, mio figlio era un bravo ragazzo, un bravo ragazzo, e non mi stancherò mai di dirlo.” Secondo gli inquirenti però il giovane 26enne non era del tutto estraneo al mondo della droga, e spesso era stato fermato per controlli,collezionando qualche piccolo precedente, forse qualche amicizia sbagliata o qualche piccolo errore di gioventù.Una vita parallela? Qualche guaio in cui si era cacciato da tenere nascosto? “Impossibile – risponde la signora Vincenza – una madre si accorge se il figlio ha qualcosa che le nasconde, io e mio figlio avevamo un rapporto morboso, mi diceva tutto, ogni cosa, gli è successo qualcosa, me lo sento, qualcuno gli ha fatto qualcosa, ma me lo devono ridare, io rivoglio mio figlio”. Ma a gelare sono le dichiarazioni del padre “ho sognato Nicola qualche giorno dopo la sua scomparsa – spiega il signor Aldo Smarrazzo – che mi gridava “papà aiutami, vienimi a salvare” ma mi sento impotente, vogliamo sapere la verità, siamo pronti a tutto ma vogliamo la verità e con la verità mio figlio”.
Al momento stanno indagano i carabinieri del comando territoriale di Castello di Cisterna agli ordini del colonnello Antonio Jannace e coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo e non lasciano nessuna dichiarazione in merito, scavano nel passato del giovane, e continuano con gli interrogatori verso i familiari ed alcuni amici del giovane 26enne cercando di mettere insieme qualche particolare fondamentale, ma per il momento ancora nulla è emerso. L’unica certezza è che il giovane sembra essere scomparso nel nulla, si pensa si fosse allontanato con qualche amico di cui si fidava e che gli abbia poi teso una trappola. “Vi prego ridatemi mio figlio – conclude la madre di Nicola – fatemelo riabbracciare, sono undici giorni che sconto le pene dell’inferno, non so cosa pensare o fare, dovunque sia ditemelo e ridatemi mio figlio ”.
Giovanna Salvati
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