SAN SEBASTIANO AL VESUVIO. I parchi naturali devono avere dall’autorità la stessa attenzione degli “obiettivi sensibili” spesso oggetto di attacchi terroristici. Occorrono più risorse e maggiori competenze per prevenire con efficacia gli incendi boschivi.
E’ la sintesi delle richieste formulate ieri nel Cilento dai responsabili dei Parchi del Sud, convocati dalla Federparchi per discutere del problema che ha “infiammato” l’estate 2007.
A raccontare gli sviluppi della riunione è Amilcare Troiano, commissario del
Parco Nazionale del Vesuvio e vicepresidente della
Federparchi, che ha presieduto l’incontro. “In pratica -ha dichiarato- è già iniziata la campagna antincendi del 2008”. Fatta la stima dei danni della stagione si pensa dunque a come evitare che il disastro si ripeta il prossimo anno.
La necessità
di maggiori risorse finanziarie e soprattutto
l’adeguamento degli organici di sorveglianza per un più
efficace controllo del territorio è stata sottolineata da
tutti i partecipanti al vertice. A questo scopo, i Parchi
del Mezzogiorno chiedono che, oltre ai contributi
straordinari, vengano integrati anche i finanziamenti
ordinari, perché gli incendi estivi rappresentano
purtroppo un problema ricorrente e, in quanto tale, non
possono essere affrontati soltanto con misure di
emergenza.
Vista la frequenza e la ferocia degli attacchi
che si trovano a fronteggiare, le aree protette delle
regioni più colpite dal fuoco chiedono inoltre di essere
considerate elementi centrali del sistema di prevenzione,
alla stregua di “obiettivi sensibili”, meritevoli della
massima attenzione da parte delle autorità, come i siti
sottoposti alle minacce del terrorismo.
La prevenzione
degli incendi non può prescindere da un’adeguata politica
di gestione delle foreste, da sviluppare in collaborazione
con i Comuni e gli altri Enti locali e che stabilisca con
chiarezza, e possibilmente accresca, le competenze dei
Parchi anche in materia di regolamentazione delle attività
economiche relative. Non va trascurato, infine, il
contributo che può venire dalle associazioni di
volontariato impegnate nelle aree protette.
“Il sistema dei Parchi – conclude Troiano – deve avere la possibilità
di sviluppare dei sistemi di controllo e di intervento
efficaci anche con la collaborazione degli Enti locali e
delle associazioni attive sul territorio”.
A questo
proposito è stata sottolineata l’utilità di iniziative
unitarie e di sistema alle quali lavorerà nei prossimi
mesi la Federparchi, in vista dell’attuazione di progetti
specifici di coordinamento, di professionalizzazione, di
sollecitazione del volontariato, di promozione di una più
attenta coscienza civile.
Una prima occasione ufficiale
nella quale esporre le riflessioni e le proposte emerse
dall’incontro del Cilento sarà quella dell’audizione alla
quale la Federparchi è stata chiamata il prossimo martedì
25 settembre dalla Commissione Ambiente del Senato.
Anna Maria Romano
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