dal Roma MUGNANO. Precipita da un’impalcatura e muore sul colpo. Angelo Busiello di 35 anni, originario di Sant’Anastasia, mercoledì mattina stava lavorando allo smontaggio di un capannone dismesso quando è stramazzato a terra dopo un volo di sei metri.
A nulla sono valsi i soccorsi arrivati sul posto in via Pietro Nenni di Mugnano. Busiello non ha avuto il tempo neppure di lamentarsi.
L’ennesimo assurdo incidente sul lavoro. Frutto, secondo le prime ricostruzioni fatte dai carabinieri, del non rispetto delle norme di sicurezza. La tragedia annunciata è apparsa in tutta la sua evidenza dall’ispezione effettuata subito dopo. Il capannone su cui il giovane stava manovrando era fatiscente. Si trattava di smontare una vecchia struttura, per le cui operazioni sarebbero stati necessari maggiori accorgimenti.
Uno scricchiolio. La copertura che cede. Si apre una voragine e Busiello piomba nel vuoto. In quella frazione di secondi si compie il suo destino. A casa non farà più ritorno. Lo piangeranno i familiari, la moglie con i tre bambini nella casa coniugale di Pomigliano d’Arco; la mamma con i fratelli a Sant’Anastasia. La salma è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale Pellegrini di Napoli, dove il magistrato disporrà l’esame autoptico. L’inchiesta che si è aperta dovrà ora accertare tutti i particolari utili a stabilire le responsabilità.
La ditta presso cui lavorava Busiello si occupa prevalentemente di capannoni industriali. Il giovane, secondo gli accertamenti delle forze dell’ordine, era stato regolarmente assunto. Come regolare è risultata la posizione dell’azienda. Peccato che non si siano preoccupati abbastanza di mettere in sicurezza gli operatori. I militari hanno esteso i controlli per verificare la posizione lavorativa anche degli altri dipendenti impegnati nella bonifica del manufatto. Mentre il cantiere e alcuni macchinari trovati all’interno del capannone sono stati posti sotto sequestro.
Duro il commento del segretario della Fillea Cgil di Napoli, Giovanni Sannino. ”All’indomani dell’importante novità della Legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento non si ferma la strage sui luoghi di lavoro. E’, invece, sul territorio e sui luoghi di lavoro che bisogna far vivere una nuova cultura del lavoro e della sicurezza, proprio come si propone di fare la legge delega”.
Occorrono, secondo Sannino “prevenzione, controlli e pene certe e severe per chi si macchia di reati gravi, la formazione e l’informazione per i lavoratori e le aziende e più ispettori, soprattutto nelle Asl”.
Anna Maria Romano
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