Napoli. Tra i vuoti urbani di un quartiere dove abbondano i “reperti” dell’archeologia industriale si rincorrono i ricordi di un uomo che ha amato la propria terra, nonostante le sue zone d’ombra. É così che Antonio Borrelli, durante il lockdown, descrive il quartiere Ponticelli nel suo libro “Le misure della distanza” edito dalla casa editrice Dante&Descartes diretta da Raimondo Di Maio. Nasce come un saggio ma in realtà Borrelli, con una scrittura chiara e nitida, descrive con particolare pathos il suo luogo d’origine, un quartiere prettamente contadino che un tempo vedeva scorrere perfino il leggendario fiume Sebeto. Il paesaggio campestre nel dopoguerra lascia il posto alle fabbriche e nel post terremoto ai grandi “palazzoni”. Un territorio che si trasforma sotto il profilo urbano e sociale e che negli ultimi decenni subisce ancora un ennesimo cambiamento. Se le prime fabbriche nate nella zona est di Napoli avevano portato il progresso, il loro successivo decentramento lascia le enormi “carcasse” di cemento e ferro completamente abbandonate. I vuoti urbani della grande archeologia industriale diventano ricoveri di fortuna per gli “ultimi”, sempre troppo emarginati. Un racconto autobiografico che non descrive solo la trasformazione paesaggistica di un quartiere ma racconta la vita comune degli artigiani e degli operai negli anni ’60. L’infanzia di Antonio Borrelli è comune ai tanti bambini del quartiere ma a differenza di molti, in lui nasce l’esigenza di continuare gli studi. Pur “viaggiando” oltre i limiti sociali imposti dalla povertà, l’autore riesce a raggiungere il traguardo universitario. Il saggio storico-antropologico non è freddo e distaccato, al contrario è spiccatamente coinvolgente. É supponibile che le sue radici siano troppo profonde per dar vita ad un “convenzionale” saggio, infatti l’autore dedica la piccola ma grande opera alla sua famiglia, incisiva per il libro. Nasce, appunto, la necessità di ricordare chi oggi non c’è più affinchè la memoria non cadi nell’oblio insieme ad una terra che fu. Le misure della distanza di Borrelli sono quasi difficili da decifrare, uomo colto e studioso non riesce a mantenere una “distanza oggettiva” dalla sua descrizione, anzi il suo coinvolgimento è un valore aggiunto al lavoro editoriale che lo rende senza ombra di dubbio spietatamente vero. Il libro sarà presentato venerdì 19 maggio alle 18 presso la Casa del Popolo, corso Ponticelli 26 Napoli. Interverrà Maria Iannotti direttrice della biblioteca nazionale, Raffaele De Magistris già direttore della biblioteca nazionale, l’editore Di Maio. Le letture saranno curate da Angelo Trifari.
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