Marigliano. Dopo giorni di apprensione siamo felicissimi di ospitare la lettera di Alina la mamma della bimba di 4 anni di Marigliano che ha rischiato la vita. Ecco di seguito il testo completo, per il quale ringraziamo mamma Alina e mandiamo un grande bacio alla sua piccina.
Questa lettera è la voce di una madre, parole rotte dal dolore. Sono stata con la mia bimba, in ospedale, a lottare per la sua salute. In questa condizione di isolamento, mi sono giunte numerose
chiamate dai cittadini di Marigliano in apprensione per la mia piccola; sono arrivate anche voci che in modo non sempre appropriato intendono commentare e giudicare questa dolorosa vicenda.
Sento l’esigenza, l’urgenza di rispondere, di chiarire. Perché è giusto offrire dei chiarimenti, è doveroso per me e per le tante persone coinvolte.
Mi affido a queste parole scritte, evitando di mostrare un volto scosso dalla paura ancora e dalla preoccupazione per la salute di mia figlia. Sono presa da emozioni di estremo vigore, ma dalle mie parole ogni madre sarà in grado di immaginare i miei occhi gonfiati dalle lacrime, uno sguardo
scosso da terrore e sofferenza. Insomma, il volto di una mamma che soffre per la sua bambina.
Qualcuno ha detto che mia figlia si stesse soffocando. Non è esatto. Mia figlia è affetta da una malattia genetica rara, una patologia complessa e con risvolti spesso imprevedibili, con cui conviviamo da tre anni e mezzo. L’8 maggio questo brutto male ha subito un ulteriore peggioramento.
In questo giorno maledetto ho però potuto riscontrare la validità professionale e soprattutto umana di tante persone, che non posso non ringraziare di vero cuore. In primo luogo la maestra, che ha avuto la prontezza di accorgersi immediatamente del malore di mia figlia, mentre dormiva. Poi le direttrici, che con encomiabile solerzia mi hanno subito contattato, chiamando al contempo immediatamente il 118 e poi dopo i carabinieri. Si tratta di persone splendide, degne di ammirazione, che stimerò sempre. Professioniste, direttrici esemplari, ma soprattutto donne di
grande umanità, che da anni combattono al mio fianco contro la malattia di mia figlia. Nelle loro mani affido con fiducia ogni giorno la vita della mia bambina, sapendo di esserne ripagata e che la
loro cura ed attenzione sono capaci di pareggiare, se non di superare, quelle degli stessi genitori. In quelle ore concitate, direttrici, maestre e tutto lo staff scolastico hanno dimostrato una forza
enorme, trattando la mia bambina come una loro figlia. Una madre non può dimenticare tutto ciò, e non può non commuoversi al solo pensiero. Nei volti delle maestre e delle direttrici si scorgeva chiaramente l’amore per ogni bambino, non solo per la mia piccola. Sono cose che ti lasciano senza parole e piena di commozione.
In questo momento mia figlia fortunatamente sta bene, ma è stata tanto male, la crisi epilettica che l’ha colpita è stata forte e violenta. Anche i carabinieri, intervenuti a seguito della chiamata della direttrice preoccupata dal tempo impiegato dall’ambulanza a giungere in loco, hanno avuto un ruolo decisivo e degno di lode; sono stati fantastici i salvatori di Viky.
Si immagini la situazione: arrivo a scuola trafelata, sapendo che era stato chiamato il 118, e trovo l’auto dei carabinieri. Sono rimasta terrorizzata. La scuola ha operato, comunque, nel modo giusto.
Celermente, senza attendere nessuno, nemmeno me, perché la vita di mia figlia aveva priorità assoluta, veniva prima perfino del terrore che avrebbe potuto impadronirsi della madre. Negli occhi
delle direttrici, delle maestre e dei Carabinieri si leggeva lo spavento, la preoccupazione, le lacrime, non era difficile comprendere l’affetto quasi genitoriale che tutti provavano per Viky. Non è possibile dimenticare quegli sguardi, e io mai li dimenticherò.
D’altronde, da parte mia non è possibile non stimare fortemente chi fa tanto per tua figlia, chi le somministra farmaci salvavita quotidianamente e si prende cura di lei. Se qualcuno afferma il
contrario non è nel vero.
Allo stesso modo, è possibile rispondere a chi accusa le scuole di impreparazione. Si tratta di situazioni molto complesse sul piano sanitario, chi può dire di essere preparato in maniera adeguata? Anche io non lo sono del tutto. D’altronde, come è stato accertato in ospedale, mia figlia
ha avuto una crisi epilettica violenta e lunga, 4-5 minuti.
È difficile affrontare eventi come quello accaduto a mia figlia, afferrare rapidamente e in modo chiaro la situazione. E c’è da dire che le operazioni di primo soccorso sono state svolte.
Una parola ulteriore va spesa per i Carabinieri, che hanno raggiunto la scuola con estrema rapidità, quasi volando. Per me si è trattato di tre angeli che sono stati vicini alla mia bambina come se fosse
figlia loro, nella crisi epilettica la mia piccola (che da 1 ora aveva finito di mangiare), si stava soffocando con il suo stesso vomito e la qualsiasi manovra fatta dal carabiniere le ha salvato la vita;
hanno aiutato le maestre e fatto tutto il possibile per contribuire alla salute di Viky, scortando l’ambulanza e facendo da staffetta fino all’ospedale. È impossibile non provare gratitudine per loro, impossibile non ringraziarli anche per il loro supporto umano, per avermi sorretto e incoraggiato, e per avermi assistito durante una mia crisi di panico. Non scorderò mai il volto di uno di loro,
solcato dalle lacrime. Per questo, mi sento in dovere di ringraziare l’intera Arma dei carabinieri, e soprattutto il nucleo di Castello di Cisterna.
Un ringraziamento sentito lo indirizzo anche all’ospedale di Nola, dove ho passato ore colme d’ansia e trepidazione, sorretta anche dalla direttrice della scuola e dai Carabinieri. Non posso evitare di lodare la solerzia di tutto lo staff medico e infermieristico, mobilitatosi in gran numero per l’occasione, e per la preparazione e la competenza dimostrata – pari alla sensibilità e all’empatia
non comuni che ho potuto riscontrare di persona.
Le polemiche divampate – che mi sono state riferite – le trovo inopportune. Ripeto, non reputo adeguato parlare di impreparazione del personale scolastico in un caso del genere. Mi sembrerebbe
invece utile – pur non avendo particolari competenze in materia – pensare di dotare le scuole di un infermiere pediatrico, ovvero di una figura professionale specializzata che potrebbe essere di grande
aiuto nella salvaguardia della salute dei bambini e ragazzi di età scolare.
Infine, mi piacerebbe che per l’intera comunità mariglianese, l’8 maggio potesse essere un giorno ricordato con toni positivi e non il giorno in cui – come scritto dai giornali – una bimba stava per
morire. Mi piacerebbe che il Comune di Marigliano si facesse carico di dar vita a un momento di ricordo istituzionalizzato, all’insegna della positività, della solidarietà e della fratellanza. Magari l’8
maggio 2024 il Comune, coinvolgendo l’Arma dei Carabinieri di Castello di Cisterna, potrebbe istituire un evento a nome di Viky, per trasformare un caso traumatico in una ricorrenza civile significativa e utile.
Evitiamo, invece, le malignità che si scrivono su internet, ferendo anche la professionalità di tante persone coinvolte. Anche piccole frasi, diffuse sul web, possono provocare grande sofferenza, a una
mamma o a chi si sente ingiustamente colpevolizzato, pur avendo dato l’anima per raccontare e per chi ha salvato la vita di una bambina. Ringrazio di cuore la giornalista Bellini per avermi dato
l’opportunità con questa lettera di chiarire dei punti.
Con affetto Alina
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