Somma Vesuviana. Dai Consiglieri comunali
Salvatore Rancella, Giovanni Stanzione, Giovanni Bianco, Umberto Parisi riceviamo una nota che di seguito pubblichiamo.
In data odierna è stata approvata dal Consiglio Comunale di Somma Vesuviana una mozione
che si oppone al Disegno di legge sull’Autonomia differenziata presentato dal Ministro per gli
Affari Regionali, Roberto Calderoli. L’atto proposto è in linea con il documento nazionale
approvato dall’ANCI Nazionale che, nell’evidenziare le diverse criticità emerse dall’analisi del
testo del Ddl Calderoli, propone dei significativi emendamenti. La mozione, poi, riprende anche
altri simili provvedimenti già adottati da altri Comuni, in primis quello di Napoli, che bocciano,
a loro volta, il Disegno di legge.
La richiesta della mozione, che vede come firmatari i consiglieri del Partito Democratico, di
Onda Bianca e Per Somma, è stata approvata dalla quasi totalità dei consiglieri comunali, di cui
alcuni già firmatari della mozione, e prevede il ritiro del Disegno di legge per permettere un
approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel Paese su scelte che possono determinare
importanti conseguenze istituzionali, economiche e sociali. L’Assise cittadina, approvandola,
chiede che vi sia un confronto anche con i sindacati, le associazioni, gli enti locali, con particolare
riferimento ai Comuni, che devono essere coinvolti nel tavolo istituzionale Stato-Regioni per
fornire un contributo determinante nel processo formativo della legge. L’intenzione è quella di
trasmettere l’atto al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente
del Consiglio e ai Presidenti dell’ANCI Nazionale e della Campania, chiedendo che prima di
ogni intesa con le singole regioni vengano obbligatoriamente definiti i LEP (Livelli Essenziali
delle Prestazioni), i costi, i fabbisogni standard e i fondi perequativi, senza i quali non è possibile
stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza.
Infine, l’ultima richiesta riguarda il rispetto del principio di sussidiarietà nel compiere
un’eventuale riforma sull’autonomia differenziata, senza concentrare troppi poteri nelle mani
delle Regioni, a scapito dei Comuni e degli altri enti locali.
I punti maggiormente contestati di questo Ddl riguardano la mancata promozione dell’interesse
nazionale, con l’aumento, invece, del divario economico-sociale tra le aree più ricche del Paese
e quelle più svantaggiate. Con questo tipo di provvedimento si creerebbe una disomogeneità
nell’erogazione di servizi essenziali sul territorio nazionale, con grave danno per le popolazioni
che vivono nelle aree meno ricche. Inoltre, il finanziamento dell’autonomia differenziata
avverrebbe, all’inizio, utilizzando il criterio della spesa storica che consente il perdurare delle
attuali disuguaglianze tra territori. Secondo la mozione sarebbe auspicabile, invece, il passaggio
dalla spesa storica al costo standard per colmare il gap tra regioni del Nord e regioni del Sud,
garantendo le stesse opportunità, sotto il profilo civile e sociale, alle due aree del Paese.
I
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