Napoli. C’è poesia nel libricino di Antonio Borrelli pubblicato dalla casa editrice Dante&Descartes, guidata dallo storico libraio di Mezzocannone Raimondo Di Maio. I cinema di Ponticelli sono l’anima di un opuscolo di ventinove pagine. Cuore della piccola opera, però, è il “Cinema Pierrot”, oggi ancora in funzione. Tutto inizia più di cinquanta anni fa, quando nel quartiere industriale di Napoli est erano ben quattro i cinema che regalavano ore liete ai residenti. L’Adele, il Rosa, il Pierrot e il cinema all’aperto l’Arena Aldebran; questi i posti dove era possibile vedere i film che hanno firmato la storia del cinema neorealista. Come lo storico film di Tornatore, Antonio Borrelli nel suo piccolo lavoro rievoca un tempo passato, dove l’arte della cinepresa diventava sempre più importante. É Il Giardino dei Finzi-Contini visto all’Adele che cambia per sempre l’autore; al film di Vittorio De Sica l’autore dedica pagine emozionanti. Ad essere descritto come un eroe metamorfico invece è il Pierrot che, pur trasformandosi insieme al trascorrere dei decenni, sopravvive agli altri tre. L’ Adele oggi è una banca mentre il Rosa un supermercato; al posto dell’ Aldebaran c’è un fabbricato. Il volto del quartiere è cambiato, dove prima si sognava oggi si sbrigano le faccende quotidiane. Nelle pagine del piccolo libricino corre tanta nostalgia per le tre strutture ormai scomparse ed è lo stesso autore ad omaggiarle raccontando la loro storia e ad emozionarsi di fronte al grande schermo del Pierrot, l’unico ancora in funzione. Ad “occhi chiusi” si concede un po’ di nostalgia.
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