Le elezioni politiche del 25 settembre sono sempre più vicine e Carmela Auriemma, voluta fortemente proprio dall’ex premier Giuseppe Conte, sarà il “volto” del Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Acerra che comprende anche i Comuni di Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Pomigliano d’Arco, Portici, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Volla.
Donna forte e caparbia è da anni impegnata nella politica della sua città, Acerra, dove è attualmente consigliere comunale al suo secondo mandato, eletta lo scorso 12 giugno con 698 preferenze risultando essere la donna più votata della coalizione e tra i più votati dell’intera tornata elettorale che ha visto quasi 800 candidati. E’, inoltre, avvocato amministrativista e civilista, da sempre impegnata nella lotta per la salvaguardia ambientale, creando da giovanissima il “Comitato Giovani Differenziati” e affiancando numerose associazione e cittadini in tutta Italia.
- Avvocato Auriemma, dopo tanti anni di politica nella sua città ha deciso di candidarsi alla Camera nel collegio di Acerra. Da dove nasce questa decisione?
“Nasce proprio alla luce del mio impegno sul territorio. E’ la prima volta che un consigliere comunale è candidato alla Camera e ciò rappresenta quel collegamento diretto con il territorio. E’ importante mettere al centro i Comuni perché proprio qui si fanno le grandi battaglie per le persone a te più vicine. Da qui poi è importante esportare queste battaglie a tutti i livelli perché quando ad esempio parliamo di caro bollette, parliamo di problemi che riguardano tutta Italia”
- Durante la sua campagna elettorale, cosa le chiedono i cittadini che incontra?
“Poche sere fa sono stata a Casalnuovo e una signora mi ha detto una cosa che mi ha particolarmente colpito: “dottoressa lei si deve impegnare in due cose: a non fare aumentare prezzo del pane e a interessarsi sulla questione dei malati oncologici”. Dunque i due problemi più sentiti nel nostro territorio sono sicuramente la paura della povertà e la paura di ammalarsi. Inoltre qui ci sono, purtroppo, delle vertenze che durano da decenni. Io sto seguendo da tempo il caso Montefibre e anche in questo caso avevamo trovato una soluzione, come il riconoscimento dei contributi previdenziali assicurativi per i lavoratori che hanno svolto delle mansioni in siti dove c’è presenza di amianto. L’applicazione di tale normativa permetterebbe la risoluzione della vertenza dei lavoratori quasi totalmente: su 230 lavoratori, tutti sarebbero accompagnati alla pensione tranne una ventina. Anche questo porterei in Parlamento, un problema che nasce sul territorio e che avrebbe un sostegno a Roma”.
- Lei vive e si candida in una vasta area della provincia di Napoli tristemente conosciuta come Terra dei Fuochi. Quali sono le sue proposte per cercare definitivamente di risolvere questo annoso problema?
“Alla presentazione dei candidati l’ex ministro Costa ha raccontato un episodio molto significativo. Durante il suo incarico da ministro ha preparato il decreto “Terra Mia” che dovrebbe dare una forte spinta alla risoluzione dei problemi della Terra dei Fuochi, soprattutto per il programma di bonifiche e controlli. Tuttavia questo decreto, in Consiglio dei Ministri, ha trovato l’alt sia di Franceschini del PD sia di Italia Viva. E oggi vedere Franceschini candidato nella provincia di Napoli è veramente un paradosso. Quindi sicuramente sarà importante partire dal lavoro del ministro Costa”.
- Lavoro e ambiente, dunque, saranno i temi principali che il nuovo Governo dovrà affrontare. Cosa pensa di chi vorrebbe abolire il reddito di cittadinanza e delle proposte della destra e di Calenda di utilizzare il nucleare?
“Chi propone di abolire il reddito di cittadinanza vive in un altro mondo. Tra l’altro mi sembra che ora tutti hanno aggiustato un po’ il tiro, mentre prima il M5S era l’unico a difenderlo nonostante sia innegabile che debbano essere apportati dei correttivi. Proprio facendo il consigliere comunale in un territorio difficile, so quanto è stato importante il reddito per le famiglie, per le mamme sole con figli e quindi ho una diretta testimonianza di quanto possa aiutare questa misura. Come detto prima deve essere migliorato ma rimane una imprescindibile misura di civiltà. Quando diciamo che nessuno deve essere lasciato indietro intendiamo proprio questo. Per quanto riguarda il nucleare credo proprio che siamo fuori da ogni logica innovativa nel senso che, anche quando si parla di nucleare di quarta generazione, è evidente che ci riferiamo a soluzioni anche con tempistiche di realizzazioni molto lontane. E’ necessario puntare all’energia pulita con le rinnovabili e soprattutto distribuirla equamente. Il caro bollette che stiamo soffrendo è dovuto anche al fatto che la produzione di energia è accentrata in alcuni Paesi che assumono poi posizioni dominanti”.
- Qual è la soluzione del M5S contro il caro bollette?
“Il presidente Conte già da febbraio lanciò l’allarme. Poco fa sono stata in un bar e il proprietario mi ha riferito che l’ultima bolletta arrivata è stata di 3.250 euro. Un costo assurdo per un piccolo bar. La soluzione può essere un “Recovery Fund sull’energia”, cioè trovare una soluzione che sia collettiva, sulla falsa riga di quanto avvenuto con la pandemia. Poi c’è tutta la questione sugli extra profitti. Non è possibile pensare che ci siano delle società in campo farmaceutico, ma anche in campo energetico, che durante la pandemia si sono arricchiti. Hanno speculato su un dramma mondiale. C’è dunque la necessita di recuperare e incassare questi extra profitti ma ad oggi è stato recuperato un solo miliardo rispetto ai 9 miliardi previsti”.
- Secondo i sondaggi il primo partito sarà quello dell’astensionismo. Come si convince chi ha scelto di non votare?
“Il voto è un diritto che non può essere assolutamente declinato per quanto si possa essere sfiduciati. Parlo con tantissime persone, so che c’è enorme sfiducia. Tuttavia non si può pensare di non votare e lasciare la decisione ad altri. I prossimi 5 anni saranno determinanti perché si deciderà come spendere i soldi del PNRR e sarà fondamentale scegliere la classe che ci rappresenterà. Non votare è una rinuncia a determinare il proprio futuro”.
- Esistono ancora margini di alleanze con il PD dopo le elezioni?
“Personalmente credo di no. Letta ha fatto tutto quello che non doveva fare. Ha chiuso completamente la porta al M5S e questo ha inevitabilmente rafforzato la destra. E soprattutto non ha aiutato il Movimento nella fase di governo durante la crisi estiva. E’ evidente che se c’è una forza politica che comunque ha una maggioranza relativa in Parlamento e pone dei temi simili a quelli del PD con un’ agenda progressista – salario minimo, caro bollette ecc – ci si aspetta sostegno che però è venuto a mancare. Anzi, abbiamo avuto una chiusura totale e a questo punto si assumesse le proprie responsabilità. Per questo credo che non ci siano le condizioni”.
- E con un PD senza Letta?
“In realtà dovrebbe esserci un PD senza le contraddizioni. Parlare di ambiente e poi sostenere la costruzione di un inceneritore di 700 mila tonnellate è fare il contrario di ciò che si dovrebbe essere. Poi Letta rappresenta in questo momento il frontman, ma la politica la esercita l’intero partito. Un partito che fa manifesti annunciando la centralità dell’ambiente e poi sostiene, vota e vuole un mega inceneritore, e per la cui costruzione ci vogliono almeno 6 anni per risolvere un’emergenza, a me sembra un’assurdità oltre che una forte contraddizione”.
- Luigi Di Maio non si è candidato nel collegio di Acerra che, come sappiamo, comprende anche Pomigliano, la sua città. Cosa ne pensa?
“Se mi dovessero chiedere cosa non fare risponderei che non farei mai quello che ha fatto Luigi Di Maio: rinnegare i propri territori. Questo, per chi fa politica, è la più grande sconfitta. Rinunciare ad essere il rappresentante della propria comunità è una sconfitta per un politico, soprattutto per chi ha avuto delle cariche di Governo grazie al proprio territorio”.
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