SOMMA VESUVIANA. Un’ordinanza di demolizione delle opere abusive che riguarda uno stabile in cui vi sono un negozio, delle abitazioni, ma soprattutto una scuola, una succursale della scuola media quella di Rione Trieste in via Bosco. Uno stabile in cui il sopralluogo effettuato nei mesi scorsi da carabinieri forestali (Stazione Parco di Ottaviano) ha riscontrato diverse difformità, alcune delle quali risalgono a 30 anni fa. Ieri è arrivata l’ordinanza n°90 firmata dalla responsabile della P.O. N.3 l’architetto Monica D’Amore che sottolinea tutto quello che di illecito è stato riscontrato nella struttura, illeciti che pongono seri dubbi sul fatto che in quel palazzo resti attiva e funzionale una scuola pubblica per il quale il Comune paga un fitto.
Ma procediamo per punti.
Si tratta di un fabbricato a “destinazione mista commerciale – scolastico – abitativo, servito da due piazzali di
accesso:
1. il primo, che si sviluppa a nord ed ovest del fabbricato ed è a quota dell’antistante strada comunale via
Bosco; detto piazzale funge sia da area di sosta auto per il locale commerciale ivi presente, ad insegna
“Bella Casalinghi”, e sia da accesso all’ingresso del corpo scale per il collegamento verticale dei piani;
2. il secondo, che si sviluppa a sud ed ovest del fabbricato, posto a quota sopraelevata rispetto al primo di
circa mt 3,00. Questo secondo piazzale è utilizzato/destinato esclusivamente dal plesso scolastico
comunale allocato al piano posto a livello di detto secondo piazzale, con ingresso dedicato a cui si giunge
per mezzo della stradina laterale esistente, adiacente il profilo est del fabbricato”.
Il fabbricato si compone si sei livelli, di questi due totalmente interrati, ricavati al di
sotto del locale commerciale posto a quota di via Bosco; tutti i livelli sono collegati da un corpo scale interno.
Circa la legittimità dello stabile leggiamo nell’ordinanza che “dagli atti di questo Ufficio risulta quanto segue:
pratica C.E. 201/88. Intestata a M. V. e M. – prot. 16973 del 10.11.1988. Progetto: Fabbricato
alla via Bosco; a firma dell’ing. R. V. NON rinvenuta in Archivio”.
Progetto: Case d’abitazione. Il fascicolo della pratica di concessione NON è stato
rinvenuto in archivio – rif. reg. generale concessioni edilizie 1989 , pur tuttavia si è rinvenuta documentazione
superstite del grafico e della concessione. Il grafico riporta un fabbricato composto da un piano interrato,
piano seminterrato, piano rialzato, piano primo e piano sottotetto; l’altezza complessiva del fabbricato è di
mt 7,50, misurata alla gronda del sottotetto a falde con altezza max, misurata all’estradosso è di mt 2,70. La
volumetria complessiva di progetto assentita era di mc 3.171,54″, e poi una serie di pratiche di condono anche queste, scrive la dirigente D’Amore: “Anche i fascicoli relativi alle suddette istanze di condono edilizio NON sono stati rinvenuti in archivio”. Cambia poi il proprietario dello stabile, che viene acquistato in parte da una persona che per molti anni ha fatto attività politica in città rivestendo anche ruoli importanti in Comune. Nel 1992 arriva una prima ordinanza di demolizione n. 102 del 02.04.1992 emesse a seguito di sopralluogo Ufficio tecnico comunale del 25.02.1992, con il quale si accertava la composizione del fabbricato già costituito dai sei livelli
innanzi descritti “… una difformità palese perché vi è un piano interrato in più, il piano sottotetto si presenta tutto tramezzato e la altezza dal piano strada allo stato è di mt 13,00 invece di mt 7,50 con quote definite avendo operato lo sbancamento non previsto in progetto collocando al lato ovest l’ingresso principale al fabbricato.»; la medesima Relazione certifica che «Il progetto
prevede una volumetria di mc 3258 di cui 3200 in zona B2 e 58 in Zona agricola. In realtà ha realizzato 6912
mc. circa per cui vi è un aumento di volume di mc 3654..”;
Nello specifico:
a) il piano interrato S/2 (1° Livello come sopra descritto) non è assistito da titolo edilizio;
b) il piano terra commerciale (3° livello come sopra descritto), ex piano seminterrato della C.E. 298/89,
ricavato dallo sbancamento già accertato nel detto sopralluogo, è in totale difformità dalla richiamata
concessione;
c) il piano sottotetto, è in totale difformità dalla C.E. 298/89. Infatti esso è servito da balcone per l’intero
perimetro -non oggetto della C.E. 298/89 né di altro titolo edilizio- e lo stesso si presenta suddiviso in
quattro unità immobiliari non ultimate;
Si arriva a quest’anno ai nuovi sopralluoghi dei militari di Ottaviano, in data 5 maggio 2022 nel corso del quale si accertava ulteriore opera abusiva:
“d) locale deposito posto in aderenza lato ovest ed alla medesima quota del locale commerciale al piano
terra, sottostante il piazzale retrostante posto a sud, di superficie utile mq 69,44 e di altezza interna mt
3,25 non è assistito da alcun titolo edilizio.
– Allo stato attuale, la volumetria complessiva fuori terra del fabbricato è di mc 6.689,83 circa, con una
eccedenza volumetrica di mc 3.518,29 rispetto alla C.E. 298/89. Il dato volumetrico e lo stato dei luoghi
non si discostano sostanzialmente da quanto già accertato nell’anno 1992, già oggetto di Ordinanza 56/92
e Ingiunzione 102/92, ad eccezione del locale “terraneo” di cui alla precedente lettera d) e pertanto non
contemplato nei detti provvedimenti”.
Da qui l’ordinanza firmata dalla D’Amore a carico dell’ex politico. Resta da chiedersi: come ha fatto l’attività commerciale ad essere autorizzata con queste difformità e soprattutto la scuola a settembre potrà riaprire in uno stabile nel quale si riscontrano tutte queste difformità che ne possono compromettere stabilità e sicurezza per i piccoli allievi e il personale scolastico?
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