domenica 24 Novembre 2024
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Napoli. Fatture false per frodare il fisco, sequestrati beni da 500mila euro

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, all’esito di complesse indagini di natura economico-finanziaria dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, ha eseguito, tra il capoluogo e l’area metropolitana, un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni del valore complessivo di circa 500.000 mila euro nei confronti di una società operante nel settore del commercio di prodotti petroliferi e del suo amministratore pro-tempore.

La misura cautelare patrimoniale scaturisce da accertamenti del 1° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Napoli che avrebbero documentato l’esistenza di un sodalizio criminale operante nell’hinterland partenopeo promotore di un’articolata frode nel particolare settore merceologico tramite l’interposizione fittizia di diverse società “cartiere”.

Tali imprese, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, avrebbero consentito alle imprese utilizzatrici di ridurre artificiosamente la base imponibile da sottoporre a tassazione, nonché di liquidare IVA inferiore rispetto a quella realmente dovuta, secondo il noto meccanismo delle “frodi carosello”.

In particolare, gli acquisti, attraverso passaggi cartolari tra imprese nazionali “fittizie” sarebbero stati effettuati da fornitori prevalentemente maltesi e le società “cartiere” avrebbero effettuato acquisti di gasolio utilizzando illegittimamente false “dichiarazioni d’intento” rivendendo il prodotto a clienti nazionali al fine di frodare l’IVA per consistenti importi.

Tali imprese “fantasma” avrebbero avuto la funzione di interporsi nella transazione commerciale in modo da risultare quali falsi acquirenti del prodotto petrolifero, che poi sarebbe stato ceduto alla società beneficiaria della frode non solo ad un prezzo inferiore a quello di mercato, ma consentendo anche di beneficiare della detrazione dell’IVA.

Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato che tali società, cartolarmente fornitrici di gasolio per autotrazione, non avrebbero mai rivestito lo status di esportatore abituale e, pertanto, non avrebbero potuto effettuare acquisti in regime di non imponibilità.

Grazie a tale meccanismo truffaldino, la società che ha beneficiato della frode e destinataria della misura cautelare avrebbe utilizzato fatture emesse per operazioni inesistenti per un imponibile di € 2.246.204 ed I.V.A. pari a € 494.164.

In esecuzione del citato provvedimento sono stati sequestrati beni mobili, beni immobili, rapporti finanziari, partecipazioni societarie riconducibili alla legale rappresentante della predetta azienda, indiziata di frode fiscale mediante l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti.

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