domenica 24 Novembre 2024
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Il demiurgo, l’Eneide ad Avella: Didone ed Enea all’Anfiteatro Romano

Chi lo ha detto che i ricchi non piangono? Didone era una donna forte, astuta, ingegnosa tanto che riuscì a impadronirsi della terra dove eresse Caratagine con una pelle di toro, Didone era una regina ma Didone era pur sempre una donna.

E se c’è una cosa che la storia ci ha insegnanto è che l’amore muove il Mondo intero, scatena guerre, mette la pace, ti fa rinascere e ti fa anche morire, perchè non importa chi tu sia, una regina o una lavandaia, una chef pluristellata o una fioriaia, infermiera, saldatrice…l’amore piega chiunque!

Non parliamo di un amore non corrisposto, Enea in fondo era legato a Didone ma parliamo di un amore che “per volere del fato e degli dei” non poteva durare: come è noto Enea sarebbe diventato il capostipite della stirpe romana.

È un amore vero quello tra Enea e Didone: impetuoso e profondo come il mare che entrambi hanno attraversato da esuli. Un amore autentico e forte. E perdente: il fato sceglie altrimenti e, spogli delle corone da re, Enea e Didone restano quel che sono: un uomo e una donna.

Ed è la donna, ferita e furente, a scagliare la sua maledizione, furiosa e disperata, all’amato e alla sua stirpe. Una maledizione eterna, che dividerà per sempre Cartagine e Roma. Una maledizione autentica e inscindibile, forte e indissolubile. Come lo è solo l’odio nato da un amore spezzato:

“Se è scritto dal destino che Enea (infame) tocchi le sponde del Lazio e arrivi in porto, se Giove vuole questo, se il suo destino è questo: oh almeno sia contrastato durante i conflitti dalle armi di guerrieri valorosi e, cacciato dal paese, strappato dalle braccia del figlio, implori aiuto e veda la morte indegna dei suoi uomini e, dopo aver firmato un trattato di pace ingiusto, non si goda il regno né la luce del giorno ma muoia ancora giovane e il suo corpo resti insepolto sulla sabbia!Questo prego, pronuncio queste ultime parole col sangue.

E infine voi, miei Cartaginesi, perseguitate la sua stirpe, tutta la sua futura discendenza con un odio che non si estinguerà mai: offrite questo dono alle mie ceneri”

Insomma parliamo di una storia passionale e appassionata che si consuma in tutta la sua ferocia senza umana pietà.

Ve la raccontiamo l’11 giugno 2022 alle ore 20.30 all’Anfiteatro Romano di Avella

Adulti €12,00 Ridotto Bambini (dai 4 ai 12 anni) 6,00 euro I posti non sono numerati

Chiama e Prenota 3270148209 *Daria prenota su www.ildemiurgo.it
Lo spettacolo fa parte del festival ” I racconti di Dioniso” III edizionea cura di Nicola Le Donne https://www.modulazionitemporali.it/iii-edizione-i-racconti-di-dioniso-ad-avella-av-dall11-giugno-al-18-settembre/

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Saverio Falco
Saverio Falco
Giovane studente, intraprendente, ricco di fantasia, creativo e gioioso. E' veramente un piacere avere tra noi autori, scrittori, giornalisti, filosofi, ma soprattutto ragazzi come quello odierno: un'anima che ama la cultura in tutte le sue sfaccettature, che trasmette un pensiero legato all'amore puro, dai sentimenti profondi. Nel 2012 fa il suo battesimo con la carta stampata, rivelando all'attenzione di noialtri lo spirito polivalente dell'esistenza. (A cura del poeta GIANNI IANUALE)

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