SOMMA VESUVIANA. L’Accademia Vesuviana di Tradizioni Etnostoriche, Istituto di Promozione Culturale con sede in Somma Vesuviana (Na), nel concludere il suo ciclo delle Rassegne Internazionali Attività 2014, ha organizzato con la collaborazione delle sedi distaccate all’estero “Russia e Ungheria”, nonché con la partecipazione del Museo Etnostorico delle Genti Campane e dell’ Istituto Culturale SIBITA – Russia Siberiana, LA RASSEGNA CULTURALE INTERNAZIONALE “NATALE E CULTURA TRA MITI E RITI – TE PIACE ‘O PRESEBBIO”.
La rassegna prevede iniziative sia in Italia che all’estero, infatti il giorno 11 dicembre si inaugurano all’estero due Mostre Fotografiche Internazionale sul Natale.
In Russia a Krasnojask Siberia, sarà inaugurata la Mostra Fotografica: NATALE:QUNANDO NAPOLI E’ UN PRESEPE opere del maestro Santino Ranieri noto fotografo della terra del Vesuvio.
In Ungheria sarà inaugurata la Mostra Fotografica: LE LUCERNE DEL CASAMALE a cura di Biagio Esposito.
In Italia: a Somma Vesuviana (Na) il 23 Dicembre al Museo Etnostorico delle Genti Campanie, istallazione e inaugurazione del TRITTICO – FUGHE DEL NOSTRO TEMPO.
In Ucria (Me) l’11 Dicembre sarà inaugurata la Mostra “IL PRESEPE NAPOLETANO.
Tutta la rassegna è curata dal Critico Angelo Calabrese.
QUANDO NAPOLI E’ UN PRESEPE:
Il Natale è la festa della Luce che coincide con il solstizio d’inverno. Viene celebrata da oltre 4000 anni e, come rito pagano, che ricordava il Dies Natalis, il giorno in cui era stata fondata una città o quello del compleanno di una persona, ma era anche il giorno in cui si celebrava ri-nascita del sole invincibile, il ritorno della luce. Dopo l’Editto di Costantino del 313 la festa del Dies Natalis Solis Invicti transitò nella ricorrenza della nascita del Cristo e così la tradizione cristiana celebrò ogni 25 dicembre la nascita della Luce del Mondo. Il Natale non fu più memoria del Died Festus Solis Invicti , ma rito celebrativo del dono di Dio che s’incarna nell’umanità e la riscatta dal peccato originale. Nasce Gesù da Maria Vergine giglio di purezza a di umiltà e con il suo sacrificio riscatta l’umanità. Nasce anche la Sacra Famiglia e il destino degli uomini non dipende più dagli influssi stellari,bensì dall’ossequio alla buona novella annunziata dai Vangeli. Questo in sintesi il percorso storico. Ma l’atto di fede è tanto più ampio e meraviglioso. Il culto del presepe è napoletano. Dopo quello celebre di San Francesco, fa notizia il presepe napoletano. Ebbe grande diffusione dopo la Rivoluzione del 1799 e verificava nella rappresentazione di un cosiddetto “scoglio”, una costruzione scenografica in forma di montagna, alla cui base c’era una grotta con la Sacra Famiglia, Maria,Giuseppe,il bambino Gesù posto in una mangiatoia e riscaldato dal fiato di un bue e un asinello. Il tutto significava la potenza unificante di Dio venuto a salvare tutti, nessuno escluso. Un Dio per tutti, dunque e un Re per tutti i sudditi che accettavano la loro condizione per amore di Gesù e del prossimo. Il monito era quello dell’amore, della bontà, dei buoni propositi, dell’impegno a prodigarsi per l’umanità in nome del Signore che dona la vita e la prometta per l’eternità.
Il presepe napoletano è ricco di pastori in terracotta che rappresentano tutti i mestieri praticabili, a cominciare da quelli relativi all’agricoltura e alla pastorizia, per estendersi anche alla attività più attuali e alle presenza di personaggi celebri. I valori natalizi coincidono con quelli della pace, della speranza di rinnovamento e, in questo, gli antichi riti preparano e si identificano con quelli attuali: si sperava già nel mondo pagano, nella nascita di un bambino che avrebbe cambiato il mondo. A Napoli continuano ad operare degli scultori miniaturisti che lavorano per preparare presepi e pastori e fiorisce un’economia particolare nel settore del lavoro artistico dedicato al Natale. Lo spirito di questa Festa esalta la luce della rinascita, la presa di coscienza d’essere uomini forti nella fede e pronti generosamente ad operare con, per, e fra gli altri.
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