DAL MUSEO MAM DI BUCCINO ALLA TOSCANA. IL PITTORE FERNANDO MANGONE A PIETRASANTA
L’URBAN INCONTRA LA SCULTURA RINASCIMENTALE
Performance di pittura open air dal vivo tra turisti e passanti e nuovi programmi per il futuro:
«Buccino diventerà un museo di Street Art»
Da Buccino alla Toscana. Interessante e fortunato incontro quello avvenuto tra Fernando Mangone e Armando Lanza, noto e intraprendente gallerista di Pietrasanta, dagli esiti immediati e destinato a prolungarsi nel tempo con sorprendenti e importanti risultati.
Così l’artista di Altavilla Silentina, attualmente impegnato nell’allestimento del suo Museo personale presso la prestigiosa “Tenuta Forcella” di Buccino, con fulminea decisione approda a Pietrasanta per dare vita ad un’importante performance dedicata alla famosa località toscana. Una performance eseguita all’aperto e in “presa diretta”, sotto gli occhi di passanti, turisti ed appassionati d’arte che hanno potuto seguire dal vero tutte le fasi dell’avvenimento, dalla preparazione fino al risultato finale.
Pietrasanta, affascinante città di origine medievale e capitale della lavorazione artistica del marmo, è un centro di attrazione per artisti di tutto il mondo: un vero e proprio museo a cielo aperto in cui è possibile ammirare una rassegna ininterrotta e continuamente in espansione di arte contemporanea. Passeggiando poi per l’elegante “centro storico” tra negozi, boutiques e ristorantini alla moda, si arriva al Duomo di San Martino che, elegante e maestoso, si affaccia sull’omonima piazza dove si trova pure il Teatro Comunale e la Chiesa di Sant’Agostino.
Quale luogo, dunque, meglio di questo, si presta per una performance di Fernando Mangone? Ecco allora che il nostro artista, famoso “attraversatore di città e paesi”, grande e riconosciuto “Street-Artist” di fama internazionale, si avvicina alla grande tela, prende colori e pennelli e, con la sua solita vis creativa, immediatezza e libertà inizia il suo lavoro, incomincia ad entrare, con disinvoltura e sicurezza, nel cuore profondo della città, nella sua storia, nei suoi monumenti, nel tessuto urbano. Tra segni e colori, luci ed ombre prendono così forma il Duomo, il Teatro Comunale e poi la piazza tutta con bar, negozi e vita quotidiana. Performance di grande successo che, a grande richiesta, dovrà essere ripetuta: poi il grande quadro, eseguito in diretta, sarà donato al Comune ed esposto nel Municipio della città.
Pittura di chiara derivazione Espressionista, questa, per la velocità e sicurezza del segno, per il movimento e la vitalità che la percorre, ma vicina ai Fauves per l’intensità cromatica e la libertà del gesto. Mangone esegue di getto, segue l’impeto del momento, il suo estro creativo, ascolta con attenzione le proprie sensazioni e il proprio stato d’animo. Nascono così i suoi straordinari paesaggi urbani percorsi dalla luce, dalla geometria delle moderne architetture, dal caos e dalla frenesia dei nostri giorni. Espressione che, nella sua veloce e rapida stesura, rimanda alla “Street Art”, a certe fasi della “Pop Art” e poi ai grandi murales che, a partire dagli anni sessanta e fino al duemila, avevano letteralmente invaso le metropoli europee portando novità e innovazione, coinvolgendo le masse in avvenimenti di grande portata: erano gli anni in cui l’arte era vissuta anche come protesta, contestazione, pacifica rivolta contro regole e convenzioni sociali troppo rigide e imbalsamate. Il paesaggio urbano di Fernando Mangone prende senza dubbio avvio da queste premesse, ma poi si affranca da tutto e da tutti, diventa personale ed autonomo e mostra con evidenza un percorso narrativo di grande qualità, che esula dal mero esercizio illustrativo per addentrarsi, con raffinata discrezione, nelle complesse e variegate strade del paesaggio interiore dove pulsa e vive l’emozione, l’intima relazione con il mondo esterno e tutto ciò che ci circonda. Ma il lavoro di Fernando Mangone non finisce qua. Nei grandi spazi messi a sua disposizione dal gallerista Armando Lanza, l’artista di Altavilla continua imperterrito il suo percorso, ad eseguire opere ispirate a Pietrasanta e al suo territorio che, a partire da marzo, si tradurranno in una mostra.
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