domenica 24 Novembre 2024
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50anni dallo sbarco sulla luna, serata astronomica all’Anfiteatro Campano

SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE). La serata astronomica all’Anfiteatro Campano. A 50 anni dallo sbarco di Armstrong con “Luna Rossa” Massimo Capaccioli racconta tutti i retroscena della sfida Russia-Stati Uniti per il primo piede dell’uomo sulla Luna. Insieme ad AstroCampania una serata speciale del Festival della Letteratura nel segno del mito con due telescopi per l’osservazione di astri e pianeti e con una cena dedicata alla luna nel primo ristorante biologico al mondo in un sito archeologico. Venerdì 19 Luglio a partire dalle 20.30. Amico Bio Arena Spartacus – Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere.

“La vera storia dello sbarco dell’uomo sulla Luna” con lo storytelling dell’astronomo Massimo Capaccioli, professore emerito di Astrofisica all’Università degli Studi di Napoli Federico II e tre lauree honoris causa in giro per il mondo, sarà il ‘piatto forte’ della “Serata astronomica” organizzata nell’ambito del Festival della Letteratura nel segno del Mito all’Anfiteatro Campano in occasione dei 50 anni dal primo piede umano sulla Luna.

Appuntamento fissato per venerdì 19 Luglio alle 20.30 nell’Arena Spartacus dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, il secondo anfiteatro al mondo per dimensioni dopo il Colosseo dove dal 2015 è nato un Festival letterario dedicato alla memoria (di Annibale e Spartaco in particolare) organizzato dal gruppo “Amico Bio” in collaborazione con il Polo Museale della Campania, il Consorzio Arte’m e Radio Zar Zak e patrocinato dal Comune di Santa Maria Capua Vetere.

Si partirà da una cena dedicata alla “Luna Rossa”, l’ultimo volume di Massimo Capaccioli, con la formula del ‘libro a tavola’ ideata dal gruppo “Amico Bio” per promuovere l’acquisto dei libri (a metà prezzo) e la diffusione della cultura in associazione alle eccellenze enogastromiche della Campania Felix. Negli spazi esterni del primo ristorante biologico al mondo in un sito archeologico le mezze lune di pane con le verdure bio di Capua, il risotto con le lune di agrumi, gli asteroidi di ravioli con burro e salvia e la pizza “Luna Rossa” (ultima invenzione del Maestro pizzaiolo Roberto Montanarella che sarà ‘inaugurata’ per l’occasione) saranno alcuni dei piatti di ispirazione lunare che caratterizzeranno il menù della serata astronomica (con costo fisso a 15 euro a persona per favorire, come nello spirito del Festival, la partecipazione più ampia possibile).

Dopo la cena la ‘lezione’ di Massimo Capaccioli sulla “Luna Rossa” (corredata da immagini e video sul maxischermo dell’Arena Spartacus) con la sua ormai celebre capacità narrativa della storia e del fascino dei cieli con i ritmi e lo stile del moderno storyteller.

Dulcis in fundo tutti con la testa al cielo per l’osservazione di astri e pianeti guidata dal presidente di AstroCampania, Massimo Corbisiero, in un periodo in cui splendono con grande visibilità Giove e Saturno ed è appena partito un suggestivo sciame di meteoriti.

Luna Rossa e la ‘guerra’ per la conquista della Luna

Frenati dalla paura dell’olocausto nucleare, durante la Guerra fredda USA e URSS trasformarono il rischioso confronto militare in un’insolita competizione per la scalata del cielo: una corsa a tappe con un convenzionale traguardo segnato dallo sbarco umano sulla Luna. Furono gli americani a tagliare per primi il filo di lana, il 20 luglio 1969. Ma quanti ricordano che al via i sovietici avevano guadagnato a sorpresa la prima posizione mantenendola, nello sgomento e nell’ammirazione del mondo, sin quasi alla fine della gara? Prendendo le mosse dai pionieristici studi sul volo spaziale di Konstantin Ciolkovskij, l’astronomo Massimo Capaccioli, nel suo ultimo libro “Luna Rossa” (Carocci Editori) ripercorre in modo vivace e coinvolgente tutte le tappe della corsa allo spazio con il riflettore puntato sull’URSS. Un’avventura che, sotto la costante supervisione di Sergej Korolëv, il misterioso “progettista capo, trovò nello Sputnik 1, nella cagnetta Laika e in coraggiosi cosmonauti come Jurij Gagarin, Valentina Tereškova e Aleksej Leonov i propri emblemi e i propri campioni. Una storia fatta non solo di enormi macchine o di sofisticati congegni, ma anche di ambizioni, abnegazione, patriottismo, colpi bassi, gelosie, errori e capricci della sorte.

Massimo Capaccioli: il ‘faro’ dell’Osservatorio Astronomico di Napoli

Maremmano di Castel del Piano (Grosseto), classe 1944, Massimo Capaccioli, è stato per anni il faro accademico degli studi di astronomia all’Università di Padova, fino agli inizi degli anni ’90, quando ha eletto la Campania a sua dimora adottiva guidando per tredici anni l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e trasferendo il suo insegnamento di professore ordinario di astronomia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove oggi è professore emerito.

Già artefice, tra le sue tante imprese scientifiche, della realizzazione del più potente telescopio del mondo all’interno dell’Osservatorio astronomico cileno del Paranal, in seno all’Unione Astronomica Internazionale, all’Agenzia Spaziale Europea, al Centro italiano di Ricerche Aerospaziali e alla Società Astronomica Italiana, che ha presieduto per oltre un decennio, i suoi studi sono divenuti celebri in tutto il mondo fino al tributo speciale di tre lauree honoris causa in Astrofisica, la prima nel 2010 in Russia nella prestigiosa “Lomonosov Moscow State University”.

Apprezzatissima la sua attività di divulgazione scientifica, prima in Rai e poi sulle colonne dei quotidiani “Il Messaggero” e “Il Mattino” dove tuttora tiene la rubrica quindicinale “Le mille e 1 notte” raccolta, insieme con dei racconti inediti, nell’omonimo volume edito da Mediterraneo.

Massimo Capaccioli e il legame speciale con la Campania

Dopo la direzione dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, che è stata anche la sua casa per oltre dieci anni ricchi di animazione scientifica e culturale della città di Napoli, Massimo Capaccioli, ha scelto negli ultimi anni come sua dimora quella che lui ricorda essere la “città di Spartaco e di Annibale”, Santa Maria Capua Vetere, dove vive a due passi dall’Anfiteatro Campano, impegnato spesso in prima persona in numerose attività di valorizzazione di uno dei siti archeologici più belli del mondo.

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