venerdì 20 Settembre 2024
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35 anni dopo, l’unico superstite: “Non dimentichiamo la strage della Flobert”

Sant’Anastasia. Flobert, basta un nome ad evocare una tragedia che è ancora viva nei ricordi di chi c’era quell’11 aprile del 1975. Allora morirono, in quel tragico scoppio, 12 persone Ed oggi nel 35 anniversario di quelle morti a parlare è soltanto Ciro Liguoro, il superstite di quella strage e lo fa con una lettera inviata alla Regione Campania, alla Provincia, all’Anmil, ai Comuni di Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Pomigliano d’Arco. “E’ doveroso ricordare”, spiega Liguoro, “perché il sacrificio di quei lavoratori non sia stato invano, un ricordo che deve restare anche per le nuove generazioni ed essere tangibile ecco perché ho scritto anche ai Comuni. In questi anni Pomigliano si è interessata anche con le opere dei “Zezi” o del gruppo delle “nacchere Rosse” e con mostre fotografie, cerimonie si sono tenute anche a Sant’Anastasia, chi invece non ha fatto mai nulla è stata Somma eppure ha pianto all’epoca i suoi morti”. Proprio per non dimenticare Liguoro comincia la sua lettera con un verso dei Sepolcri di Foscolo in cui si sottolinea la capacità dell’uomo di ricordare i propri cari e di tenere viva la memoria. “Non tutti purtroppo sembrano dotati di questa sensibilità”, aggiunge l’uomo che quell’aprile del 1975 lavorava nel comparto saltato in aria, “Fa caso e specie vedere al cimitero di Sant’Anastasia il monumento dei caduti sul lavoro avvolto in un nero oblio, come se il sacrificio di quei lavoratori, e dei tanti altri che quotidianamente (quasi quattro al giorno dicono freddamente le statistiche dell’Inail) insanguinano i luoghi di lavoro, fosse stato del tutto inutile, anzi non degno di essere ricordato. Dove sono andate a finire tutte quelle forze politiche e istituzionali che, ricordandosi talora di cogliere l’occasione per fare passerella nelle ricorrenze della tragedia, promettevano di impegnarsi a far ristrutturare il monumento cimiteriale, di attivarsi affinché sul luogo della tragedia potesse sorgere un tangibile riconoscimento alla memoria e un esempio per le generazioni future; dov’è finito l’impegno preso nel 2005 di istituire una fondazione Flobert, con borse di studio per studenti, in occasione del 30° anniversario dal disastro, avvenuto nel 1975? Ora che anche la fabbrica è stata dismessa, anzi smantellata, il monumento, pur nel suo stato di abbandono, rimane l’unica occasione di memoria”. Ecco allora la richiesta che arriva da Liguoro, ma che condivisibile da chi ricorda quelle vite stroncate nel fiore degli anni per portare a casa il pane. “Vorrei pertanto”, conclude, “sicuro di interpretare i sentimenti e i ricordi di tanti cittadini, che anche la nostra città desse un segno tangibile di questa sensibilità e per questo inoltro una richiesta forte di erigere un ricordo nel luogo della tragedia e di restaurare il monumento come evocazione di quel tragico evento, perpetuandone il ricordo con cerimonie che non siano estemporanee e che rispecchino il bisogno di memoria storica, che costituisce un valore e un patrimonio di tutte le comunità”. A Sant’Anastasia resta una piazza a ricordare quei lavoratori uccisi dal lavoro “insicuro”, piazza Caduti sul lavoro, ed un monumento (quello cui fa riferimento Liguoro) nel cimitero sul quale si legge “Pagarono con la vita il pane, la pietà del popolo li volle qui riuniti”, ma è troppo poco.

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Gabriella Bellini
Gabriella Bellini
Gabriella Bellini è nata a Tropea (VV), giornalista professionista dal 2003, ha cominciato a lavorare nel 1994 nella redazione giornalistica di Televideo Somma, ha collaborato con Tele Oggi, Il Giornale di Napoli, Il Mattino, il Corriere del Mezzogiorno (dorso campano del Corriere della Sera), Cronaca Vera, Retenews, è stata redattore del settimanale Metropolis (poi diventato quotidiano) e di Cronache di Napoli. Ha condotto un programma di informazione e approfondimento su Radio Antenna Uno. Nel febbraio 2007 ha creato con altri colleghi il sito web laprovinciaonline.info di cui è il direttore. Dal 2017 è componente della Commissione Pari Opportunità dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Nel 2009 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento all’Impegno Civile del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, destinato ad un giovane cronista che si “sia distinto nel suo lavoro sul tema della diffusione della Cultura della Legalità” ottenendo così il premio nazionale “Per la Cultura della Legalità e per la Sicurezza dei Cittadini”. Nel 2012 il Premio internazionale Città di Mariglianella “Gallo d’Oro” per i “numerosi reportage sui temi della povertà e dell’emarginazione”. Nel 2013 il premio “Città di Saviano, giornata per la legalità” per “L'impegno profuso a favore della promozione e diffusione dei valori della legalità". Nel 2015 menzione speciale “L’ambasciatore del sorriso” per “L’instancabile attività di reporter, votata a fotografare con sagacia le molteplici sfaccettature della nostra società”. Nel 2016 il Premio “Antonio Seraponte” con la seguente motivazione “Giornalista professionista sempre presente e puntuale nel raccontare i fatti politici e di cronaca. In poco più di un decennio a suon di bravura ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti per essersi distinta su temi importanti come la diffusione della cultura della legalità, della sicurezza dei cittadini e per l’impegno sui temi della povertà e dell’emarginazione”. Nel 2019 il premio Napoli Cultural Classic "Donna straordinaria, esponente della stampa locale che attraverso la sua autentica e graffiante penna racconta il nostro territorio anche fuori dai confini. Sempre attenta alla realtà politico-sociale che analizza con puntualità e chiarezza, riesce a coniugare la divulgazione al grande pubblico con l'obiettività suggerita dalla grande esperienza umana che l'accompagna". Nel 2022 Premio di giornalismo “Francesco Landolfo”

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