Ottaviano. Lo sviluppo dell’agricoltura nel nostro territorio? Tra area nolana-vesuviana ed agro nocerino-sarnese, c’è davvero poco da stare allegri, ma non è assolutamente tutto da buttare.
L’allarme è scattato allorquando l’Unione Regionale Cuochi della Campania, mediante un proprio esponente, lo chef Antonio Nunziata, docente presso l’istituto alberghiero “De’ Medici” di Ottaviano, nonché delegato di zona dell’area vesuviana nolana e strianese della FIC (Federazione Italiana Cuochi) ha evidenziato lo stato delle cose rifacendosi ai dati statistici riportati nel documento del Piano Territoriale Regionale (PTR), volto a sottolineare le condizioni d’incertezza esistenti nei cinque Quadri Territoriali di Riferimento, corrispondenti alle aree provinciali di Napoli, Avellino, Salerno, Benevento e Caserta. «Cadono le braccia quando si leggono le statistiche relative alla nostra regione, circa il degrado ambientale che imperversa nella nostra area. Sul territorio ci sono aree urbanizzate con forti preesistenze agricole, che andrebbero valorizzate e tutelate, ma purtroppo non è così. La politica locale nicchia e pensa esclusivamente ad “etichettare” i nostri territori come malsani e destinati all’abbandono ed al degrado più totale, dimenticando che proprio nelle nostre terre ci sono delle risorse e delle vocazioni agricole davvero eccezionali, che andrebbero al contrario tutelate e valorizzate. Di recente – aggiunge Nunziata – sono stato a Matera, in occasione dell’evento “Food & Wine”, tutto un altro modo di pensare e di approcciarsi alla propria terra: in Basilicata, grazie all’impegno fattivo dei Gruppi di Azione Locale (GAL) danno alla Federazione Italiana Cuochi ben 300mila euro per la divulgazione, la salvaguardia e lo sviluppo dei territori e dei prodotti lucani. Qui da noi, niente di niente, il campanilismo regna sovrano e questa divisione non permette di beneficiare delle risorse finanziarie utili alla causa». I dati statistici, per l’area nolana, parlano così di un assembramento di “aree urbanizzate con forti preesistenze agricole e diffuse situazioni di degrado ambientale”, che nell’immaginario popolare fanno il paio con l’etichetta della “Terra dei Fuochi”.
Ma ad accogliere l’appello degli addetti ai lavori ci pensa Antonio Giuliano, presidente di “Fare Ambiente” per l’agro nolano, nonché consigliere comunale a Camposano: «Non si può perdere altro tempo, si attivino in prima persona i sindaci del territorio affinché la collettività possa venire a conoscenza delle opportunità che la Regione offre. Il nostro territorio va tutelato in ogni modo ed i prodotti della nostra terra sono l’eredità che i nostri padri ci hanno lasciato, invitandoci a conservarne la qualità ed a valorizzare la loro immagine non solo in Campania ed in Italia, ma nel mondo. Oggi – aggiunge Giuliano – siamo conosciuti ovunque per bel altro (Terra dei Fuochi), ma il riscatto del nostro territorio dipende da noi, siamo noi gli artefici del destino di un’area che ha risorse inestimabili ed importantissime, a cominciare dall’agricoltura, dalla cultura e dall’archeologia».
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