POMIGLIANO D’ARCO. Fca: è il momento di monitorare i risultati ed osare di più sul modello Americano per Pomigliano. Sono passati sei anni dalla firma dell’accordo che ha riaperto e rilanciato la Fiat di Pomigliano.
L’accordo ha arrestato il declino che sembrava ineluttabile scommettendo su una innovazione a 360 gradi che ridisegnava non solo la fabbrica dal punto di vista impiantistico/tecnologico, ma lanciava una nuova filosofia del lavoro che riequilibrava i rapporti tra mano d’opera e management ridistribuendo la responsabilità del prodotto e della sua competitività tra tutti i soggetti sul campo. Si è difatti passati dal vecchio modello gerarchico di fine secolo passato ad un sistema partecipativo che ha visto un vero coinvolgimento dei lavoratori sia sul processo che sul prodotto.
Gli accordi sulla produttività, la qualità, la flessibilità e successivamente sulla premialità legata al risultato, insieme agli investimenti in tecnologia e in organizzazione del lavoro (WCM) hanno migliorato sia le condizioni di lavoro sia l’efficienza e la produttività dall’impresa, rendendola stabile nel panorama internazionale del settore sino a diventare modello da esportare.
Ma sei anni sono tanti in un periodo in cui il progresso ha avuto una accelerazione esponenziale. Oggi bisogna sempre essere al passo con i tempi e per restare sul mercato bisogna adeguarsi ai cambiamenti in tempo reale. Proprio per questo è sempre il momento di monitorare i risultati e prepararsi a nuovi e più moderni interventi piuttosto che sedersi sugli allori. Siamo nell’era della formazione continua e dell’adeguamento costante della tecnologia e chi si ferma esce fuori mercato. Questo nuovo fenomeno va affrontato come tale, come continuo e non come “una tantum”.
Va quindi immaginato un sistema che si auto adegua e che continui a farlo in maniera sistematica e non episodica. La Fim già da tempo è impegnata sul versante del Welfare aziendale, sulle Relazioni Sindacali e sulle Politiche Contrattuali con una attenzione all’evoluzione sia del Mercato sia della stessa Società. Per questo come Fim Cisl partenopea e Campana, riteniamo positiva l’esperienza di Chrysler che ha aperto una “Scuola del Lavoro” cercando di formare sia le nuove professionalità man mano necessarie rispetto ai cambiamenti tecnologici, sia le nuove mentalità capaci di rispondere alla nuova cultura del lavoro e delle relazioni industriali. Fiat recentemente ha messo in campo iniziative culturali come da noi auspicato tese a disegnare l’auto del futuro, coinvolgendo in termini propositivi centinaia di studenti e diversi Atenei prestigiosi.
Condividendo queste iniziative, come Fim Cisl napoletana, riteniamo che Pomigliano, che ha dato l’avvio all’intero ridisegno di Fiat in Italia, potrebbe essere il posto adatto per ripetere l’istituzione di una “Scuola del Lavoro” anche per Fca. Una Scuola cogestita da Sindacato e Fca, con l’impegno della Regione Campania e il coinvolgimento della Università Federico II per formare una nuova cultura bilaterale del lavoro, con l’obiettivo di adeguare in maniera costante la competitività, l’occupabilità del lavoratore , l’autorealizzazione, la condivisione del progetto fabbrica accentuando il modello di relazioni sindacali partecipative per rendere sempre più strutturale la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa..
Potrebbero allo scopo essere usate le risorse appositamente previste dal bilancio Fiat, ma anche quelle messe a disposizione da Fondimpresa e perché no dalla Regione Campania oltre a quelle comunitarie. Come Fim Cisl lanciamo questa idea a tutti gli attori sul campo pronti a migliorarla e perfezionarla nel segno dell’innovazione di Industry 4.0
Giuseppe Terracciano Segretario Generale Fim Cisl Campania
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