SOMMA VESUVIANA. Arrestato anche un neo dirigente del Comune di Somma Vesuviana nell’inchiesta su appalti e tangenti che ha sconvolto ieri il municipio di San Giorgio a Cremano. A finire in manette, e per lui sono stati disposti i domiciliari, Giuseppe Catauro, 41 anni di Casalnuovo di Napoli, a giugno era stato assunto dopo la selezione per titoli ed è diventato responsabile dei Lavori Pubblici.
Sei sono finiti ai domiciliari, ma una ventina sarebbero gli indagati.
I fermati sono tutti in forza all’ufficio tecnico comunale: Carmine Intoccia (dirigente) e tre suoi collaboratori. Raffaele Peluso, Brigida di Somma e Leone di Marco, fratello dell’ex capo dell’opposizione in consiglio comunale, Aquilino di Marco.
Fra gli arrestati l’imprenditore che aveva beneficiato degli appalti al Comune: Luigi D’Alessandro e Giuseppe Catauro, appunto, considerato dagli inquirenti il suo braccio destro e direttore tecnico e responsabile tecnico della D’Alessandro Costruzioni srl e Dalco srl.
Agli indagati vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione (corruzione, turbativa d’asta, turbata liberty del procedimento di scelta del contraente), oltre a specifici episodi di turbativa d’asta e di corruzione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione reati contro la Pubblica Amministrazione, sono nate dalle dichiarazioni di una persona estranea agli addebiti ma perfettamente a conoscenza dei meccanismi illeciti nel settore dei lavori pubblici presso il Comune di San Giorgio a Cremano; esse si sono sviluppate mediante l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonchè di ulteriori contributi dichiarativi, riscontri documentali, attività di osservazione e controllo da parte degli organi di PG delegati. “Attraverso l’analisi del materiale investigativo complessivamente acquisito”, spiega in una nota il procuratore Alfonso D’Avino, “è stato possibile accertare l’esistenza di un vero e proprio sistema, operativo all’interno del Settore Infrastrutture del citato Comune, funzionale al controllo delle procedure di affidamento dei lavori pubblici, sistema in grado di garantire l’aggiudicazione dei lavori in massima parte alle ditte perfettamente integrate in detto sistema, segnatamente quelle facenti capo a D’Alessandro Luigi, per un verso, ad Ascione Ernesto ed Esposito Cira, per altro verso. La struttura organizzativa dell’associazione e rappresentata dal medesimo apparato amministrativo comunale proprio del Settore Infrastrutture e Lavori Pubblici, alla cui articolazione interna la stessa si e sovrapposta con un modus operandi sostanzialmente omogeneo e protrattosi per un considerevole periodo di tempo. Detta organizzazione si e avvalsa del prezioso contributo dei funzionari comunali, ed in particolare di Peluso Raffaele, Intoccia Carmine, Di Marco Leone e De Somma Brigida, cui hanno fatto eco, per it versante imprenditoriale, soggetti ripetutamente favoriti, quali D’Alessandro Luigi ed il suo “braccio destro” Catauro Giuseppe”.
Nel mirino degli inquirenti alcuni degli appalti che Catauro menzionava proprio nel suo curriculum vita, manutenzione stradale e adeguamenti di istituti scolastici.
Non ha “Fortuna” il settore Lavori Pubblici del Comune. Già un anno fa il neo dirigente nominato aveva dovuto rinunciare all’incarico perchè non aveva i titoli richiesti. Rinuncia che era seguita ad un’inchiesta avviata dai carabinieri. Si trattava di Pasquale Molaro, vicino al partito “Noi Sud”, così come sarebbe anche Catauro. Ancora una volta, dunque, la forza politica che esprime i consiglieri comunali Costantino Beneduce, Umberto Parisi e Preziosa Barone avrebbe sbagliato la sua “segnalazione” politica. Un nuovo duro colpo per l’amministrazione comunale guidata da Pasquale Piccolo alle prese, in questo periodo, con una grave crisi politica dalla quale non è ancora uscita.
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